Nonostante la pallacanestro nella locandina, nella trama, nel titolo e nel materiale promozionale, Tiro Libero non è un film di pallacanestro. Tiro Libero è un film di Dio. E non uno generico. È un film di cristianesimo.

Con pochissime sequenze all’inizio e giocate molto male, in maniera fasulla, ad un ritmo che non è quello del vero sport e con una meccanicità che fa intuire immediatamente l’artificio, la pallacanestro vera è confinata solo in quella scena, il resto del film sarà invece una parabola da catechesi sull’uso dei talenti e sulla conversione ai veri valori della misericordia.

Basterebbe anche solo la maniera in cui è delineato il protagonista all’inizio, con un egoismo e una superbia così artefatte da far intuire immediatamente che sono lì a suggerire il contrario, non a cercare di far partecipare il pubblico ad una condizione umana ma a stabilire che siamo tutti daccordo nel condannarla, prima di passare alla corposa parte di conversione tramite la scoperta della malattia....