C’è qualcuno che si è perso. Come sempre nel mondo dei giocattoli qualcuno è rimasto indietro nella sequenza d’azione iniziale e va recuperato, ma mentre ciò avviene qualcun altro ancora potrebbe essere perduto per sempre. E del resto il nuovo arrivato, Forky, vorrà perdersi per propria decisione e andrà forzatamente recuperato. È il classico espediente Pixar e in un certo senso il destino dei suoi giocattoli: lottare continuamente per rimanere uniti. O almeno così crediamo.

Toy Story 4 non è il miglior film della serie (né asciutto come il secondo, né umano come il terzo) ma sostiene alla grande il peso della saga e si permette anche l’ambizione di chiuderla modificando quel che pensiamo di sapere sulla vita dei giocattoli, riavvicinando Woody, vero protagonista, al genere che gli appartiene: il western.

Un Luna Park in cui si svolge la gran parte del film suona come le terre selvagge del west in cui esistono giocattoli senza padrone che vivono una vita autonoma e senza legge. Tra di ...