In un deserto diverso da quello di Mine, roccioso e scosceso invece che piatto e sabbioso, un altro personaggio americano vive un’avventura italiana, impossibilitato a fuggire e costretto ad affrontare i propri demoni. Stavolta il concept da B movie ideato da Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo, ma poi sviluppato assieme allo stesso regista Ivan Silvestrini con il contributo di un team di sceneggiatori di Sky (che nel progetto ha investito), ha a che vedere con una macchina del futuro prossimo, un SUV improntato alla sicurezza, così “sicuro” che una volta chiuso è impenetrabile. Dentro questa macchina, chiamata Monolith, una madre per errore chiude suo figlio piccolo, lasciando dentro tutto il necessario per riaprire l’auto. Sono nel mezzo del deserto e la temperatura non fa che aumentare.

Rispetto al cinema italiano di genere recente Monolith è immediatamente differente, e prima di tutto lo è per scrittura. Buona parte del team creativo viene dai fumetti, e fin dalle prime scene è subito ...