L’anno scorso l’arrivo di Paolo Ruffini al cinema con un film per la prima volta scritto e diretto da lui (oltre che interpretato) è stata a suo modo una scoperta: c’è un cinema più giovane della media, diretto ad un pubblico giovane, che non ha legami con professionalità e maestranze dei decenni scorsi, realizzato con la medesima sciatteria e banalità di quelli che qualche anno fa erano indicati come i film peggiori possibili, quelli di Natale (in realtà non è mai stato vero, sono sempre esistiti film molto peggiori ma il pubblico non li vede nè li conosce, mentre quelli di Natale erano in bella vista).

Paolo Ruffini è andato a colmare quel vuoto lasciato dall’ormai definitiva separazione non solo di Boldi e De Sica, ma soprattutto di Neri Parenti da Filmauro, perchè Fuga di cervelli era stato non solo un film scritto e girato con poco impegno e poca cura di qualsiasi dettaglio, animato da una vera passione per il pecoreccio e il becero, ma colmo di un umorismo...