Nel panorama cinematografico italiano, Gabriele Salvatores ci ha sempre tenuto a dire la sua cantando fuori dal coro, andando impavidamente incontro alle critiche di un sistema poco avvezzo – almeno fino a qualche anno fa – alle incursioni in territori inesplorati; basti pensare a esperimenti come NirvanaIl Ragazzo Invisibile, più o meno riusciti tentativi di solcare le impervie acque della fantascienza e del supereroistico. Ora il cineasta vincitore dell’Oscar nel 1992 torna su terreni più familiari al pubblico nostrano con Tutto il mio folle amore, presentato in questi giorni al Festival di Venezia.

Una storia semplice – scritta da Umberto Contarello Sara Mosetti partendo dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas  – la cui originalità fa capolino attraverso la bizzarra messinscena di Salvatores, che impregna il road trip improvvisato del cantante itinerante Willi (Claudio Santamaria) e del figlio autistico Vincent (il bravissimo eso...