C'erano principalmente tre elementi ad aver reso fuori dall'ordinario (e divertente in una maniera diversa dagli altri film) Una notte da leoni. Il secondo episodio aveva cercato di replicarli ma era venuta un'inevitabile copia sbiadita. Ora gli stessi tre motivi rendono il terzo film ordinario e molto, molto deludente.
C'era una struttura investigativa a ritroso che dava gran ritmo e freschezza anche alle gag abusate. C'era l'Alan di Zach Galifianakis, uno scemo comico diverso dal solito, dotato di un infantilismo proprio, davvero imprevedibile e spiazzante. E infine c'era l'idea (tipica di tutti i film di Philips e che corre sottopelle anche nei film che produce come Project X) che la vera natura dell'uomo si esprima compiutamente solo nell'irresponsabile caos adolescenziale mentre il resto della vita sia una repressione di quei movimenti che continuano a battere nel profondo nell'animo, e tanto più li si reprime tanto più si...
Il terzo capitolo della serie chiude tutto come promesso ma lo fa nella maniera più deludente, calmando le acque e negando i presupposti e le conquiste degli altri film...
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