Upgrade
di Leigh Whannell
22 novembre 2018
Poteva essere tranquillamente un B movie senza star e senza mordente come tantissimi altri, dotato del solito buono spunto perfetto per funzionare in un trailer e poi allungato a dismisura a furia di non-invenzioni, cioè scopiazzature e stereotipi. E invece Upgrade, al netto di una trama sempliciotta e non troppo originale, ha un tono fantastico e un design inventivo. Dietro, non a caso, c’è Jason Blum e la sua etichetta per film a micro-budget destinati a piattaforme diverse chiamata Tilt (cosa che fa ridere visto che la casa madre, la Blumhouse, è nota per i suoi budget già risicati).
In questa storia, che arriva al cinema solo poco dopo Venom, c’è un uomo comune reso paraplegico in seguito a un incidente che accetta di farsi impiantare un microchip nella corteccia cerebrale. Questo innesto fa sì che lui dialoghi con un’intelligenza artificiale dentro la sua testa che è in grado di fargli fare cose incredibili, di fatto lo potenzia e, come in un cinecomic, di colpo gli dona dei “pote...
Con un tono stranamente spensierato Upgrade centra il mix giusto tra ripetizione di trame eterne ed invenzioni originali
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