Poteva essere tranquillamente un B movie senza star e senza mordente come tantissimi altri, dotato del solito buono spunto perfetto per funzionare in un trailer e poi allungato a dismisura a furia di non-invenzioni, cioè scopiazzature e stereotipi. E invece Upgrade, al netto di una trama sempliciotta e non troppo originale, ha un tono fantastico e un design inventivo. Dietro, non a caso, c’è Jason Blum e la sua etichetta per film a micro-budget destinati a piattaforme diverse chiamata Tilt (cosa che fa ridere visto che la casa madre, la Blumhouse, è nota per i suoi budget già risicati).

In questa storia, che arriva al cinema solo poco dopo Venom, c’è un uomo comune reso paraplegico in seguito a un incidente che accetta di farsi impiantare un microchip nella corteccia cerebrale. Questo innesto fa sì che lui dialoghi con un’intelligenza artificiale dentro la sua testa che è in grado di fargli fare cose incredibili, di fatto lo potenzia e, come in un cinecomic, di colpo gli dona dei “pote...