Vacanze ai Caraibi finisce con la rottura della quarta parete, con i personaggi interpretati da Christian De Sica e Massimo Ghini che si fermano per un momento e chiedono direttamente al regista, Neri Parenti, se non stiano esagerando con una certa battuta e per tutta risposta la correggono con una peggiore, ancora più greve. È un momento recitato e non reale che chiude il film come un’aggiunta, come fosse un errore infilato prima dei titoli di coda per ridere. Invece, nonostante ci sia una battuta, non è un errore comico ma un momento scritto, vero e duro, uno che esprime meglio di tutto il film che cosa sia Vacanze ai Caraibi: un atto di riappropriazione di un certo tipo di comicità da parte di un team che l’ha resa famosa e difesa per decenni contro diversi attacchi (ma anche benedetto da un ampio consenso popolare).

Per la prima volta il cinepanettone suona come una nicchia che vuole essere diversa da tutto il resto, meno quieta

Vacanze ai Caraibi rimette insieme la vecchia squadra...