Partendo da un presupposto contenuto nel titolo stesso del film, ovvero che l'invadenza della comunicazione mediata dalla tecnologia sta prosciugando le nostre vite della più autentica forma di contatto umano, quella della compresenza fisica, Disconnect imbastisce un racconto di quattro storie collegate blandamente dalla comparsata di qualche personaggio dell'una nell'altra e narrate in forma intrecciata. Lo schema, in povero, inaugurato da Magnolia e già impoverito da Crash.

Non solo Henry Alex Rubin gira un film debole sul piano della sceneggiatura, lungo come pochi e incapace di regalare momenti di autentica partecipazione, ma lo stesso ha l'arroganza di esaurire un tema senza davvero affrontarlo con completezza.
Le storie riguardano drammi eterni che preesistono la tecnologia. Il bullismo finito male, un lutto che separa una coppia, lo sfruttamento dei media sui personaggi delle loro storie e via dicendo. Amarezze che oggi sono veicolate da internet (...