Ogni film è un gioco di squadra. Metaforicamente parlando, ogni elemento che lo compone, dal soggetto al montaggio finale, è un componente di una formazione, necessario ma suscettibile di sostituzione in base all'effettiva efficienza sul campo. Applicando questa simbologia sportiva al cinema di Philippe Garrel, si potrebbe dire che il cineasta francese è uno di quei testardi allenatori che continua a mettere in campo la stessa squadra, conscio del fatto che probabilmente non porterà a casa la vittoria, ma troppo ostinato per cambiare rotta.

 Il suo ultimo lavoro, La Jalousie, presentato oggi al Festival del Cinema di Venezia, è un tassello in un mosaico monocromo. Non stona, nell'arco della sua carriera, conserva le tinte dei suoi lavori migliori che però, possiamo prevedere, non gli faranno portare a casa l'ambìto Leone d'Oro.
Il soggetto è riassumibile in: chi la fa, l'aspetti. Il film si apre con Louis, inte...