C’è un lutto all’inizio del film, un funerale che subito annuncia nella maniera peggiore tutto quello che verrà. Queste esequie non sono normali, non si soffre come al solito, sono esequie talmente intollerabili per chi vi partecipa che la donna all’altare si urina addosso. Il corpo che non trattiene il dolore, che lo manifesta in maniera scomposta e incontrollata, il corpo che rivela ciò che la compostezza tenta di nascondere, è solo uno dei molti motti da teorie del cinema che vengono applicati a questo film apparentemente girato per rispondere a dei presupposti, per inquadrarsi da solo in una categoria. L’attesa infatti sarà tutto così, un film per nulla sincero che desidera essere “cinema d’autore” prima che raccontare una storia con partecipazione e un filo di originalità, che si muove e propone scene, sequenze o dialoghi più per la maniera in cui questi somigliano al preconcetto di cinema autoriale (in teoria non esiste una sua codifica, nella pratica è un genere) che per quanto ...