È una mattinata come le altre. Un post-it sul frigorifero recita: “E’ morto il tuo amico Luigi. P.S. Mi sono presa la macchina”. Questo è il risveglio di un uomo senza nome, infastidito da un persistente fischio alle orecchie, incipit di quel viaggio tragicomico tra le strade di Roma che è Orecchie, la commedia non convenzionale diretta da Alessandro Aronadio presentata dalla Biennale College Cinema.

Pensato in bianco e nero e ritagliato nel formato 16:9, la pellicola tocca i temi più esistenzialisti con un’apparente leggerezza: il mondo sta andando allo scatafascio? Non dovremmo preoccuparci dell’apatia del nostro prossimo? Quand’è l’ultima volta che abbiamo assistito ad un sorriso autentico?
Se la finzione è a colori ma il bianco e nero è più realistico, parafrasando Sam Fuller ne Lo Stato delle Cose di Wim Wenders, Alessandro Aronadio, al suo secondo lungometraggio, se ne serve per scolpire immagini buffe e bizzarre, surreali per quel che concerne le tematiche trattate (la ricerca d...