Quel mostro che si muove, urla, scalpita e soffre, roso dai dubbi più grossi che possano esistere, che risiede dentro Paul Schrader è tornato.
First Reformed è il suo film più potente e viscerale da anni a questa parte, un grido contraddittorio e per questo autentico, in cui c’è tanta rabbia verso la società quanta ce n’è verso se stesso (incredibile). Tutto nel più quieto e calmo dei toni. Il deserto, il dolore e la fatica sono dentro, non fuori.
Fuori dominano le luci tenui e fioche, dentro scorre l’alcol assieme all’idraulico liquido, la punizione somma. Fuori padre Toller, parroco di una chiesetta storica in un paesino di provincia, recentemente restaurata è un uomo di Chiesa controllato. Dentro ribolle, scrive un diario per quietarsi, è pieno di dubbi e non riesce a pregare, un dramma che in pochi possono capire: “Quanto è facile parlare di preghiera per chi non ha mai pregato davvero” scrive sul suo diario.

Intorno a lui una storia intrecciata che rimanda subito al cinema del nor...