C’è qualcuno che spia una ragazza e un ragazzo mentre fanno sesso all’inizio di Mektoub, My Love – Canto Uno, è Amin, sceneggiatore in erba che li guarda incuriosito e attratto. Per il resto del film non farà altro che guardare la maniera in cui i corpi dei suoi amici e coetanei si attirano, si chiamano, si pretendono, senza mai prendere parte alla festa degli istinti, nonostante le molte offerte. Amin è il protagonista silenzioso (l’unico di cui non capiamo molto, che non si svela come gli altri tramite gli sguardi e le frecciatine) di un film molto corale che mette insieme la maniera in cui Kechiche fa interagire un cast ampio vista in La Schivata, allo sguardo ravvicinato e innamorato della carne e della sua potenza attrattiva di La Vita di Adele.

Di nuovo qui ogni inquadratura afferma perentoriamente il dominio del corpo nella vita umana, come sia la fonte di ogni debolezza e forza, come nessuno possa trattenere razionalmente quello che i propri istinti gli comandano. Nelle t...