Una Famiglia
di Sebastiano Riso
28 settembre 2017
Per tentare un’analisi quanto più lucida possibile su Una famiglia, dramma secondo di Sebastiano Riso (dopo l’esordio nel 2014 con Più buio di mezzanotte) in concorso al Festival di Venezia, è doveroso fare un passo indietro per decifrarne l’intenzione a prescindere dal risultato finale. Non c’è dubbio che, rispetto a un cumulo di storie banali presentate (anche) quest’anno in laguna, il film di Riso dimostri – almeno sulla carta – una marcia drammatica in più, non fosse altro per la mostruosità umana che mette in scena raccontando la parabola disperata di Maria (Micaela Ramazzotti), spinta dal compagno Vincent (Patrick Bruel) a dare alla luce figli destinati a coppie cui, per un motivo o per un altro, è precluso l’essere genitori.
La coercizione che Vincent esercita sulla donna rimanda, sebbene svolgendosi secondo ritualità diverse, a quella immortalata da Garrone nel suo Primo Amore, sfuggendo alla facile trappola della demonizzazione c...
In concorso al Festival di Venezia, Una famiglia di Sebastiano Riso è un dramma intimista che ambisce a divenire denuncia sociale senza averne i mezzi
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