Omaggio diluito in aperto contrasto con la pastosità scultorea della pittura di Van Gogh, At Eternity’s Gate non si pone il problema di raccontare qualcosa di nuovo; puntando tutto su una performance di Willem Dafoe che strizza l’occhio a qualsiasi possibile premio, riassume senza particolari guizzi l’ultima parte della vita del pittore olandese ripercorrendone le tappe fondamentali – l’amicizia con Paul Gauguin (Oscar Isaac), l’internamento in una struttura psichiatrica, le angherie subite dalla popolazione di Arles, il rapporto col fratello Theo (Rupert Friend) – fino al tragico epilogo, di cui offre un’interpretazione relativamente poco accreditata.

A Schnabel non sembra interessare alcuno stravolgimento estetico o narrativo; la regia si concede sparuti stratagemmi – inquadrature sbollate, soggettive parzialmente sfocate come uno sguardo invaso dalle lacrime, colori saturi e filtri talvolta irrealistici – e affida il raccon...