Roberto Minervini è l’unico cineasta in grado di ribaltare l’assunto base del documentario, cioè che esista (o sia esistita) una storia così straordinaria che va raccontata a tutti i costi con i veri protagonisti e non tramite la finzione. Nei suoi film realtà a loro modo ordinarie diventano straordinarie non per ciò che accade ma perché viste attraverso i suoi occhi. In fondo è lo stesso principio del cinema d’autore, non conta la trama conta ma come la guardi, su cosa ti soffermi, cosa riesce a notare e far notare nei personaggi. Stavolta è la comunità afroamericana di New Orleans il centro del documentario, vista tramite alcune donne e le Nuove Pantere Nere (movimento d’azione pacifista gestito anche questo da una donna). Nel quartiere in questione è stato ucciso un uomo e la sua testa era stata abbandonata in mezzo alla strada per più di un giorno, evento che cause proteste, insofferenze e timori, sullo sfondo di un’America in cui la tensione razziale è in ascesa.

Tanto bast...