C’erano diversi problemi nel portare La Profezia Dell’Armadillo al cinema, ma il film che doveva inizialmente dirigere Valerio Mastandrea (poi sfilatosi durante la lavorazione e di cui rimane solo un credit in sceneggiatura) e che dopo una storia un po’ travagliata è arrivato alla fine alla Mostra del Cinema di Venezia è un disastro le cui cause non sono da trovarsi nemmeno nel difficile adattamento ma hanno proprio a che vedere con problemi più profondi.

Lo si capisce subito, con la sequenza animata inziale che non è disegnata da Zerocalcare (ma ne scimmiotta lo stile) e se ne ha la conferma dal fatto che il resto del film sembra realizzato proprio con lo stile che il personaggio inventato da Michele Rech dice di odiare, ovvero il cinema italiano tradizionale senza personalità, verve o originalità. Così, alla fine, quando la storia si chiuderà con una morale assente nel fumetto, molto più convenzionale e puerile (trovare un lavoro come passaggio all’età adulta e rimozione del fantasti...