Si contano sulla punta delle dita i film in cui Mel Gibson si è avventurato anche sul piano della sceneggiatura. Abituato a non immischiarsi nella scrittura anche quando i lungometraggi sono diretti e immaginati da lui stesso (l'ha fatto solo per Apocalypto e La passione di Cristo), il buon Mel è invece sceneggiatore molto asciutto e concreto, dotato di una visione del mondo e di un modo di fare e concepire il cinema molto chiari.
Viaggio in Paradiso in questo senso è un film che riflette bene l'idea gibsoniana del cinema d'intrattenimento.
Un eroe che non si allontana dai personaggi abituali dell'attore (un'arguta canaglia non deficiente come in Arma Letale ma abile, concreto e disperato come in Payback), preso in una situazione apparentemente senza vie d'uscita che, per salvarsi, mette in piedi un piano criminale fondato più sull'astuzia che sulla violenza. Insomma l'eroe criminale dal passato burrascoso che per ogni colpo...
Ormai Mel Gibson centellina le sue apparizioni, limita i film a cui prende parte ad uno l'anno e ancor più raramente li scrive in prima persona. Un vero peccato...
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