È evidente che Adam McKay ha deciso di dare una sterzata alla sua carriera, di usare tutto quello che ha imparato in 15 anni di cinema e televisione comica, e usarlo per realizzare film molto seri che usino l’umorismo per avvicinare al grande pubblico temi e ragionamenti che solitamente sono più distanti, proprio per la loro complessità e seriosità. Il primo esperimento è stato La Grande Scommessa, in cui cercava di spiegare da dove venisse la crisi economica, quanto fosse stata frutto di un sistema stupido e marcio e quanto fosse evitabile, ora invece affronta il biopic ma sempre con l’idea di spiegare qualcosa a qualcuno che è lì per imparare.

Quello che fa McKay è cinema “didattico”, che ha informazioni da dare allo spettatore e quando non ne ha si scusa per non averle, che cerca di far quadrare la storia vera e renderla così comprensibile e digeribile. Come tutti i biopic trasforma una persona in un personaggio così che possa star bene nella trama di un film, diversamen...