Quando nella vita di Doc Sportello ritorna Shasta, la donna dal suo passato, noi non sappiamo ancora niente di lui, il film è appena iniziato. È il 1970 e quell’aria da fresca sera californiana assieme ai violini di Jonny Greenwood che si battono per retrodatare il film agli anni ’50, hanno già detto tutto. Shasta è tornata, non sembra più quella di prima, dice la voce fuoricampo, ha un problema e chiede aiuto a Doc: un grosso immobiliarista sta per essere fregato dalla moglie, lei dovrebbe essere parte del piano in qualità di esca ma non sa che fare, crede di dovere qualcosa a quell’uomo ed è probabile che questo in lei sia considerato un vizio di forma, si fa troppi scrupoli. Sembra la scena del bar di Le catene della colpa, una donna dal passato varca una soglia e nulla può essere come prima, il protagonista entra in un vortice perchè “Tu sei l’unico che non mi hai mai abbandonato“.

Paul Thomas Anderson usa il romanzo omonimo di Thomas Pynchon per...