Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Un po’ come la Pixar, le creazioni della Aardman ci ricordano che, al di là del mezzo utilizzato (3D o plastilina a passo uno), l’animazione deve comunque sempre essere fatta di storie e di personaggi coinvolgenti. Ed è un bene che la Dreamworks, assieme a prodotti abbastanza grossolani e che lasciano troppo spazio alle improvvisazioni delle star (ovviamente, si parla di Shark Tale e Madagascar), si dedichi anche alla collaborazione con la casa inglese (e se è vero che i risultati negli Stati Uniti de La maledizione del coniglio mannaro sono stati inferiori alle attese, quelli negli altri Paesi sono stati ottimi).

Fin dai primi minuti, con un’introduzione fatta di foto geniali, si capisce subito come il passaggio al lungometraggio non abbia minimamente intaccato la carica innovativa e, allo stesso tempo, classicissima della più divertente coppia cane-padrone della storia del cinema. E’ pro...