Non ci sarà mai più un regista come Steven Spielberg, come non ce ne sarà mai più uno come John Ford.
Non avremo più un regista così tecnico, così competente, così mostruosamente tenace eppure capace di impressionanti slanci di naivitè. Capace di commuoversi per la più banale delle frasi e renderla coinvolgente anche per il pubblico più smaliziato. Non avremo mai più un regista dalla carriera costellata di trionfi capace di rialzarsi (e alla grande!) dopo il più ovvio e comprensibile dei declini.

Con War Horse, Spielberg conferma l'impressione avuta guardando Le Avventure di Tintin: il Segreto dell'Unicorno: è tornato.

Se Tintin mostrava che la verve e la forza cinetica, muscolare e pianificatoria di Indiana Jones non erano morte con la fine della saga (l'esatto contrario di quanto si era visto nel quarto film, realizzato solo pochi anni fa), War Horse mostra che il sentiment...