Per il primo film di Daniel Radcliffe lontano da Hogwarts non si può fare finta che si tratti di una produzione come le altre.

The Woman in Black recupera le atmosfere Hammer (soprattutto perchè è prodotto dalla Hammer), quelle dei classici horror vecchio stampo fatti di vento che fischia, porte che cigolano, ragnatele e candelabri ottecenteschi, a partire da un omonimo libro del 1983 di Susan Hill.

Imbastendo un contesto assolutamente tradizionale, talmente tanto privo di contaminazioni moderne da risultare quasi "nuovo", The Woman in Black cerca di riscrivere una dimensione filmica sul volto di Daniel Radcliffe. Privato degli occhiali e dell'aria da ragazzino, l'attore è qui investito di una maturità reale e posticcia al tempo stesso. Quella vera della barba sfatta e dei lineamenti duri che erano mascherati con sempre maggior fatica nel ruolo di Harry Potter e quella finta degli abiti e del ruolo.

The Woman in Black racconta di un...