Yesterday, la recensione del film di Danny Boyle scritto da Richard Curtis

Di fronte ad una sceneggiatura di Richard Curtis la cosa più scontata e sicura da fare è mettersi da parte. È quello che è avvenuto con tutti i suoi più grandi successi (Bridget Jones, Notting Hill, Quattro Matrimoni e Un Funerale e che lui stesso ha fatto quando ha diretto Questione di Tempo o Love Actually), ma chiaramente non può accadere quando sulla sedia da regia sta seduto Danny Boyle, che della mano pesante ha fatto un’arte, del ritocco dell’immagine del montaggio visibile e creativo ha fatto un dovere e che anche nel film più controllato che abbia girato (Jobs) è riuscito a lavorare di scenografia in modi clamorosi. L’incontro dei due è un sollucchero cinefilo e commerciale.

Già dal primo momento cruciale del film, quando il musicista senza successo e forse senza talento Jack Malick va a sbattere con la bici in una notte di black out totale nel pianeta, Boyle lavora sotto traccia, annuncia cosa accadrà...