To The Wonder

Prendiamo a prestito da Terrence Malick un suo titolo per riflettere brevemente sull’arrivo dell’Universo Dc a Wonder Woman di Patty Jenkins. Le cose non stavano andando benissimo e dopo un 2016 con Batman v Superman: Dawn Of Justice di Snyder e Suicide Squad di Ayer, era lampante che la Marvel stava ad un livello editoriale più alto. Nell’eterna e divertente discussione che contrappone appassionati di cinecomic, Marvel aveva individuato un modus operandi da anni stabilendo film medi (Ant-Man), facendo esplodere il collettivo (Avengers) e producendo dei picchi idiosincratici (Guardiani Della Galassia). Dc non trovava ancora il tono e si perdeva sempre nel “vorrei-ma-non-posso” ovvero presentare dei film seriosi, presuntuosi e antipatici soprattutto per quanto riguarda una netta separazione tra cinema desiderato (adulto, dark, pessimista) e risultato finale ottenuto (infantile, confuso e irritante. In due parole: Suicide Squad). Ecco che allo...