La domanda che era lecito farsi prima che il Venezia 77 iniziasse con una delle edizioni più strane, incerte e difficili, cioè se il buco lasciato dal cinema americano dei grandissimi autori e delle megastar sarebbe stato colmato da film di altri paesi piccoli e meno potenti industrialmente ma ugualmente interessanti e sorprendenti che altrimenti non avrebbero trovato posto, ha ricevuto una risposta parziale. E questa non era né nei film del concorso né in quelli fuori concorso. Era in Orizzonti e nella Settimana della Critica.

Erano film come Senza sosta senza riposo, La Nuit De Rois, I Predatori, Mainstream, Selva tragica o Terra desolata (per dire solo alcuni tra quelli visti) e quelli della SIC come Shorta, Topside o The Book Of Vision (almeno 3 su 9 ottimi, non male come media). Nell’anno in cui sembrava che i film fossero l’ultima cosa di cui si sarebbe parlato tra Zoom, assenza di star, distanziamenti ...