Francesco Gabbani con “Occidentalis Karma” ha vinto il 67° Festival di Sanremo. Un vero trionfo inaspettato per il cantautore toscano, giunto al televoto finale con Ermal Meta e con Fiorella Mannoia (secondo posto), la grande super favorita di quest’anno.

Ieri sera il responso ce lo siamo dovuto sudare davvero fino all’ultimo secondo perché l’attesa per conoscere il nome del vincitore è stata interminabile. Dopo la lettura, da parte dei conduttori, della classifica definiva dalla sedicesima alla tredicesima posizione, è stato riaperto il televoto che avrebbe definito di lì a poco i primi tre posti. Nel frattempo ci hanno simpaticamente intrattenuti con una serie di ospiti insignificanti, a partire dall’improvvisato duo canoro composto dalla semi sconosciuta Amara (guarda caso autrice del brano della Mannoia) vestita come un sikh indiano e Paolo Vallesi (irriconoscibile e praticamente identico a Digei Angelo) che ci hanno presentato la canzone “Pace”. Il titolo del brano da solo è bastato, a quanto pare, a giustificare la loro presenza sul palco.

Dopo di loro è arrivato Emanuele Fasano, noto come il “pianista della stazione”, diventato famoso sul web grazie a un video postato, si dice per caso, e che ha ottenuto in pochissimo tempo 3 milioni di visualizzazioni. Da qui la solita storiella del talent scout che vede il filmato e scrittura subito il giovane che si ritrova poi in un battibaleno sul palco sanremese. In realtà siamo in presenza del classico raccomandato di ferro a cui non si può dire di no, perché il ragazzo, già sotto contratto con l’etichetta Sugar, è figlio di Franco Fasano, autore di canzoni famose tra cui “Ti lascerò” della coppia Oxa-Leali, vincitrice di Sanremo 1989. E intanto i minuti passano e viene il turno dello chef Carlo Cracco. E’ vero che ormai non esiste nessun programma che si rispetti senza almeno un personaggio che in qualche modo si occupi di cucina, pardon, di food, ma la presenza di Cracco non ha avuto proprio alcun senso. L’imbalsamato chef, che doveva giusto scambiare un paio di battute con Carlo Conti, è riuscito a sbagliare i tempi e a confondere Miguel Bosè con Luis Miguel. Ad un passo dall’esasperazione ci ha salvati Ubaldo Pantani nella fantastica imitazione di Massimo Giletti.

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Poi è giunto il momento della consegna dei premi speciali: premio della critica, premio per il miglior testo, premio per la migliore musica, premio per il migliore arrangiamento e, per continuare, collegamento con la sala stampa e ironica rassegna di Rocco Tanica, e poi ancora ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte. Quando ormai le forze ci stavano definitivamente abbandonando ecco che, agognata come un’oasi nel deserto, è comparsa la busta con il nome del vincitore.

Dopo le sorprendenti eliminazioni di ieri ora è evidente più che mai che quest’anno a decidere le sorti del festival è stato il popolo del web e dei social, che all’unanimità ha voluto premiare la canzone più spiritosa, originale e controcorrente. In mezzo a pallosissimi testi, alcuni molto simili tra loro, che parlano di amori finiti, di gente che vuole andare via o chiede di essere portata via, Gabbani ha travolto tutti con una ventata di allegria contagiosa. Primo posto meritato, Sanremo svecchiato, edizione con ascolti record e siamo tutti felici e contenti.
L’ultima serata della manifestazione canora ha confermato tutto quello che abbiamo già detto nei giorni scorsi. L’accoppiata Conti-De Filippi ha funzionato ancora una volta alla perfezione e le cinque ore e passa di diretta sono trascorse con lentezza, ma con tante cose interessanti, a parte la gara, da vedere.
Idolo indiscusso della serata è stato Zucchero, tornato sul palco di Sanremo dopo 30 anni dalla sua partecipazione come cantante. La sua esibizione ci ha fatto capire che i grandi artisti devono andare al Festival solo in veste di ospiti. È buona cosa che non partecipino alla competizione, perché se Zucchero si fosse presentato con il nuovo singolo probabilmente avrebbe avuto la stessa sorte toccata ad Albano e Ron, invece nella veste di superospite internazionale, ha potuto cantare tre brani, tra cui l’indimenticabile “Miserere”, emozionando l’intero teatro e anche il pubblico da casa e dimostrando ancora una volta di essere un’indiscussa star, vero orgoglio per la musica italiana. Diciamo che poi chi è venuto dopo, ha prodotto lo stesso effetto che fa un brodino dopo una lasagna: sciacqua, ma non lascia alcun sapore.

Ne avrà avuto sentore la bella Elodie, che ha cantato dopo di lui, ieri sera in tailleur bianco forse rubato dal guardaroba di Paola Turci che invece è entrata in scena con una sobria tuta pantalone nera a bustino che la faceva sembrare ancora più bella e più giovane. Anche Fiorella Mannoia, eccezionalmente in abito lungo rosso da sera, era più femminile che mai, forse aveva messo il vestito bello per le foto con statuetta in mano, che, però, non c’è stata. Sì, dobbiamo ammetterlo, siamo contenti che abbia vinto Gabbani con un brano insolito per l’occasione e su cui nessuno, sulla carta, avrebbe scommesso.
Ma vediamo di ripercorrere insieme gli altri eventi clou della scorsa serata. La copertina di Crozza è stata finalmente live e l’intervento del comico è stato il più divertente di tutti quelli visti nel corso delle serate precedenti. Peccato che solo ieri abbia fatto quello che avrebbe dovuto fare da subito, cioè calarsi nei panni dei personaggi che negli ultimi anni il suo pubblico ha amato di più. Con la sua imitazione del senatore Antonio Razzi, noto per il famoso vitalizio e per il tormentone “amico caro, fatti i c*** ”, che tra i politici pare sia un vero mantra, Crozza ci ha fatto ribaltare dal ridere. Avremmo preferito non dovere aspettare l’ultimo giorno per sganasciarci così di gusto.
Dopo lo sketch comico, abbiamo assistito ad una lezione di comportamento umano, del genere “come rubare la scena alle tue colleghe in meno di un minutodegna di una puntata di Quark. Protagonista l’attrice Diana Del Bufalo arrivata sul palco con Alessandra Mastronardi e Giusy Buscemi per la consueta marchettona promozionale per la fiction “Studio uno” da loro interpretata e che andrà in onda tra qualche giorno su Raiuno. La Del Bufalo ha catalizzato l’attenzione su di sé recitando la parte dell’ingenua oca giuliva, quella che non capisci mai se ci è o ci fa, e le altre due sono diventate improvvisamente invisibili.

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Maestra di astuzia femminile, bisogna guardarsi le spalle da costei. E un’altra donna ieri sera ha dato prova di essere padrona del palco, tirando fuori una vis comica che ultimamente sembrava avesse perso per strada. Stiamo parlando di Geppi Cucciari che ha proposto una parodia di “C’è posta per te” coinvolgendo Carlo Conti ma soprattutto Maria de Filippi, che pareva divertirsi un mondo.
Prima della Cucciari ci ha fatto piacere il ritorno sulle scene di Enrico Montesano, ancora carico di verve e dotato di una mimica unica che il pubblico in sala ha mostrato di apprezzare applaudendo calorosamente.
Un altro bel momento è stato caratterizzato dalla consegna del premio alla carriera a Rita Pavone per i suoi 55 anni di attività. La cantante ha ricambiato l’affetto del pubblico regalandoci una versione italo-inglese di “Cuore” uno dei suoi più grandi successi. Ha cantato con voce potentissima, senza auricolare, dimostrando che alla sua età è ancora capace di farci venire la pelle d’oca.
Cosa che non è riuscita invece ad Alvaro Soler, altro ospite canoro di questa serata conclusiva, che sul palco è sciolto quanto uno stoccafisso non ammollato.
Per continuare fino all’ultimo con la serie delle ospiti “parenti di” Carlo Conti ha pensato bene di chiudere in bellezza con una sconosciuta modella di 19 anni, tale Tina Kunakey Di Vita, francese di origini italiane, invitata alla manifestazione canora in quanto fidanzata di Vincent Cassel, l’attempato ex consorte di Monica Bellucci. La ragazza era impacciata, bamboleggiava con le mani sui fianchi tipo pesciaia al mercato e un attimo dopo, con le mani nei capelli, si ravvivava una folta selva di ricci. Non avendo nulla da dire, alla domanda di Conti circa il suo rapporto con la stampa gossip (in riferimento alla sua relazione con l’attore molto più vecchio di lei) la giovane ha snocciolato la particina che si era imparata a memoria dimostrando di essere una gran paracula non appena ha intonato quella che ha detto essere la sua canzone di Sanremo: “Non ho l’età”. No comment, ma abbiamo rimpianto l’insensato parentado vip delle sere precedenti.

Come per tutte le altre quattro sere, alla fine anche le canzoni in gara sono passate un po’ in secondo piano. La classifica finale ci trova abbastanza d’accordo sul risultato, il sorpasso di Michele Bravi sulla Turci tuttavia è poco comprensibile, come ci pare ingiusto il tredicesimo posto di Masini dietro alla Comello e a Bianca Atzei. Ci sarebbe piaciuto vedere Samuel conquistare più del decimo posto, anche perché insieme a Gabbani è stato l’unico a portare un po’ di vitalità e a far ballare l’Ariston, ma tutto sommato è andata bene così. Arrivederci al prossimo anno, ora corriamo ad imparare la danza della scimmia, che insieme alla sfida del termostato lanciata da The Jackal, sarà il vero fenomeno virale dei prossimi giorni. Namastè!