A mesi di distanza dal suo abbandono del ruolo di showrunner per Star Trek: DiscoveryBryan Fuller rompe il silenzio sull’argomento e parla dei motivi che l’hanno portato a lasciare il progetto della CBS nelle mani di Aaron Harberts e Gretchen J. Berg.

“L’idea originale era di fare, in ambito fantascientifico, ciò che American Horror Story aveva fatto per l’horror,” ha dichiarato Fuller in un’intervista a Entertainment Weekly. “Avremmo creato un universo di serie su Star Trek.”

In questa prospettiva, Discovery non sarebbe stato altro che uno tra vari show antologici dedicati a esplorare epoche e situazioni mai viste finora nell’universo creato da Gene Roddenberry.

La CBS, tuttavia, preferì puntare su un’unica serie, cambiando il piano originario di Fuller; lo showrunner era comunque entusiasta di partecipare al progetto, avendo lavorato sia su Deep Space Nine che Voyager e avendo pubblicamente auspicato un ritorno di Star Trek sul piccolo schermo, possibilmente con una donna di colore come protagonista.

“Non riuscivo a smettere di pensare a quante persone di colore fossero state ispirate vedendo Nichelle Nichols [il tenente Uhura della serie originale, ndr], a quante persone asiatiche fossero state ispirate vedendo George Takei [il guardiamarina Sulu della serie originale, ndr], e sentivo quanto questo avesse dato loro speranza di avere un proprio posto nel futuro. Volevo essere parte di quella rappresentazione per una nuova era.”

I contrasti tra la CBS e Fuller si fecero più accesi quando il network scelse David Semel come regista del pilot, mentre lo showrunner stava vagliando ipotesi più audaci, tra cui il regista britannico Edgar Wright.

Altri punti di divergenza furono il budget – la CBS aveva previsto una spesa di 6 milioni di dollari per episodio – e la data di uscita fissata per Gennaio 2017; un programma piuttosto irrealistico, in considerazione della complessità del progetto che Fuller aveva in mente.

In aggiunta, i tempi risultarono ancor più dilatati a causa del parallelo impegno dello showrunner sulla prima stagione di American Gods. Nello stesso periodo, però, Fuller trovò una valida motivazione per restare fedele al progetto Star Trek: Discovery, cioè il provino superlativo sostenuto da Sonequa Martin-Green per il ruolo da protagonista della serie.

“La sua audizione fu fantastica,” ricorda Fuller. “La trovai incredibilmente penetrante come interprete, e incantevole come essere umano.” L’attrice era però vincolata alla AMC fino alla morte del proprio personaggio in The Walking Dead, il che avrebbe comportato un ulteriore ritardo rispetto alla data fissata per la premiere.

A ottobre, dopo mesi di tensioni intestine, la CBS chiese ufficialmente a Fuller di farsi da parte. Alcune delle sue idee più ardite sono state accantonate, come l’impianto fortemente allegorico della storyline e la scelta delle uniformi, ispirate alla gamma cromatica primaria sfoggiata nella serie originale.

Paradossalmente, sono stati però proprio i ritardi della produzione a consentire a Sonequa Martin-Green di prendere parte alla serie, come Fuller avrebbe voluto. “Ho sognato in grande,” ha dichiarato lo showrunner. “Sono stato triste per una settimana, poi ho salutato la nave e compartimentato la mia esperienza.”

Interrogato in merito al trailer della serie, Fuller si è limitato a un semplice commento: “Cosa posso dire? La mia reazione è stata di felicità nel vedere una donna di colore e una donna asiatica al comando di una nave stellare.”

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Protagonisti della serie Sonequa Martin-Green nei panni del Primo Ufficiale Michael Burnham e Michelle Yeoh in quelli del Capitano Philippa Georgiou. Con loro nel cast, oltre a Isaacs, anche Doug Jones in quelli dell’ufficiale scientifico Saru, Anthony Rapp in quelli di Stamets, Terry Serpico come ammiraglio della Starfleet Anderson, Maulik Pancholy come ufficiale medico Nambue, Sam Vartholomeos come ufficiale junior della Starfleet Connor, Mary Wiseman come cadetto Tilly, James Frain come Sarek, astrofisico e padre di Spock, Chris Obi come capo dei Klingon T’Kuvma, Mary Chieffo come comandante Klingon L’Rell, Shazad Latif come tenente Tyler, Rekha Sharma come comandante Landry, Kenneth Mitchell come Kol, Clare McConnell come Dennas, Damon Runyan come Ujilli, Rainn Wilson come Harry Mudd.

Nella serie, il Primo Ufficiale della Flotta Stellare Michael Burnham, primo umano a essere mai stato educato su Vulcano, viene forzata a prendere una decisione impossibile e difficilissima che avrà un impatto su tutta la Federazione.

Prodotta da Alex Kurtzman, Bryan Fuller e dalla Roddenberry Entertainment, la serie vede come produttori esecutivi Heather Kadin, Gretchen J. Berg, Aaron Harberts, Akiva Goldsman, Rod Roddenberry e Trevor Roth. Berg e Harberts sono gli showrunner.

Star Trek: Discovery sarà disponibile in Italia su Netflix a partire da lunedì 25 settembre, con un nuovo episodio dei quindici prodotti ogni lunedì: i primi otto arriveranno fino a 7 novembre, per poi ritornare con la seconda metà della prima stagione a gennaio 2018.

Fonte: Entertainment Weekly