Non c’è ancora una data ufficiale per la trasmissione di Damien, la nuova serie di A&E prodotta da Glen Mazzara, ex showrunner di The Walking Dead. In compenso oggi possiamo vedere un trailer della serie che di fatto rappresenta un sequel al classico horror The Omen del 1976, e possiamo scoprire, proprio dalle parole di Mazzara, alcuni retroscena sulla serie.

Originariamente la serie era stata pensata come una serie in sei puntate per Lifetime, prima di cambiare network e prima che il numero degli episodi complessivi lievitasse fino a dieci. Mazzara si è innanzitutto rivolto ai fan del primo film, affermando che questi potranno scoprire, a venticinque anni di distanza, cosa ne è stato di Damien, dal bambino che era all’uomo che è al tempo in cui si svolge la serie. Interpretato da Bradley James, il protagonista è un uomo tormentato dal proprio passato e dall’oscuro destino che ha fatto di lui l’Anticristo.

A proposito dell’ispirazione sull’idea di riprendere The Omen, Mazzara ha dichiarato:

Ross Fineman, produttore esecutivo dello show, ha avuto l’idea alla base della serie. La Fox mi ha contattato – ho un contratto con loro – e mi volevano come supervisore. Sono un grande fan degli horror e amo The Omen, e ho pensato che fosse divertente e quindi ho deciso di scriverlo. È andata a finire che mi sono innamorato del progetto e sono rimasto come showrunner. Siamo fortunati perché originariamente era stata ideata come serie in sei episodi e invece A&E era così entusiasta del materiale che hanno esteso l’ordine a dieci.

La violenza è una componente fondamentale, anche se i limiti di oggi non sono gli stessi del 1976:

Credo che Damien sia innovativo. Stiamo cercando di spingere oltre i limiti di violenza e orrore per quanto possibile. Oggi c’è un gran numero di bei drama in tv, e non era così nel 1976, quando il film è uscito. Il limite oggi è settato più in alto anche grazie agli altri show horror che vanno in televisione. Comunque ci siamo ritagliati degli spazi per noi, tutti sono molto interessati a espandere i limiti e credo che siamo riusciti a realizzare alcuni episodi di cui le persone vorranno parlare.

È interessante scoprire il rapporto tra la serie e il film originale:

Per noi la serie è un sequel al film originale. Invece non stiamo utilizzando il secondo e terzo film come la nostra Bibbia. I fan del primo film saranno interessati a scoprire dove è stato Damien per quei 25 anni mancanti dall’ultima volta che lo abbiamo visto come bambino e incontrarlo adesso. Sicuramente daremo ai fan informazioni su dove è stato. (…) È coerente con tutto ciò che abbiamo visto nel primo film, ci sono piccoli riferimenti al secondo e al terzo film, ma non stiamo seguendo quegli eventi. Abbiamo passato parecchio tempo cercando di assicurarci che i nostri personaggi e il nostro tipo di horror sembrassero usciti da quel mondo. Questo è un problema con il quale mi sono sempre confrontato come sceneggiatore: cioè avere una mano salda su qualcosa che però ti faccia sentire l’orrore, specialmente qualcosa che contiene un elemento sovrannaturale.

Mazzara ha anche affermato che il cambiamento di network non ha intaccato lo spirito o lo stile della serie, semplicemente A&E ad un certo punto è apparsa come una “casa” migliore per la serie, e ne è stato convinto anche dalla visione di Bates Motel. L’aumento di episodi ha costretto a tornare sul processo di scrittura, qualche autore è rientrato, altri no, e quindi si sono alternati due staff di sceneggiatori, ma per l’autore questo rappresenta un valore aggiunto alla serie, qualcosa di unico.

Ecco il trailer:

L’esperienza di The Walking Dead è stata importante per l’autore, che però ha anche evidenziato le differenze rispetto all’adattamento del fumetto di Kirkman. Con Damien, ha infatti dichiarato, è stato possibile realizzare qualcosa di originale, una visione più personale e sentita nella storia e nei personaggi. Ci sarà anche un elemento cospirativo affiancato all’horror, qualcosa che caratterizza la storia in cui ognuno vuole Damien dalla sua parte oppure vuole ucciderlo. Qualcosa che avvicina la storia anche al thriller.

I piani di svolgimento della serie sono a lungo termine:

È una lunga storia da raccontare. Speriamo che i fan si affezionino e che si crei un buon seguito, perché credo che ci sia molta storia e molte dimensioni da raccontare. In base al modo in cui lo stiamo sviluppando questa è una serie che può andare avanti per più stagioni. Abbiamo un piano a lungo termine e stiamo appena iniziando. Innanzitutto vogliamo stabilire bene i personaggi e capire le dinamiche tra di loro. E poi abbiamo tutte queste altre parti del mondo di Damien da introdurre.

Sembra chiaro che il grande conflitto della serie riguarderà il modo in cui Damien lotta per mantenere la propria parte di umanità rispetto al suo ruolo, ma ci si chiede se la prima stagione conterrà un arco narrativo compiuto o se rimanderà tutto ad un eventuale secondo anno:

Avevamo il season finale in mente praticamente dal primo giorno e avevamo il problema di come sviluppare tutto in sei episodi. (…) Siamo stati capaci di prendere il viaggio emotivo ed espanderlo nell’arco dei dieci episodi, e siamo stati in grado di utilizzare quelli nuovi per sviluppare la storia e andare più a fondo, allargando il mondo e spingendo questi personaggi l’uno verso l’altro. Non ci sono filler nella serie, ed è una bella soddisfazione. Le persone capiranno che si tratta del primo capitolo della storia di Damien.

Un piccolo pensiero conclusivo alle proteste che si sono levate negli Stati Uniti per l’argomento trattato:

Beh, spero che guarderanno lo show e lo troveranno piacevole. Le loro risposte e le loro opinioni sono le benvenute.

Fonte: thr