Collider ha pubblicato la lunga intervista fatta a Jonathan Nolan e il cast di Person Of Interest, il crime thriller della CBS in arrivo negli USA il 22 settembre: nel pilot, un ex agente della CIA presunto morto che unisce le forze con un misterioso miliardario per prevenire crimini violenti utilizzando una giustizia “fai da te” in stile vigilante. Reese (Jim Caviezel) ha ricevuto una preparazione speciale in operazioni sotto copertura che interessano molto Finch (Michael Emerson), un genio dell’informatica che ha inventato un programma in grado di riconoscere le persone coinvolte in crimini violenti. Le azioni di Reese attirano l’attenzione del dipartimento di polizia di New York, che include la detective della omicidi Carter (Taraji P. Henson) e Fusco (Kevin Chapman), un poliziotto che Reese utilizza con uno scopo preciso.

Di seguito vi riportiamo un estratto dell’intervista, alla quale hanno partecipato, oltre a Nolan, Caviezel, Emerson e la Henson.

Jim-Caviezel-and-Michael-Emerson-of-Person-of-Interest_gallery_primary_595Taraji, parlaci della tua transizione dai film alla televisione.
HENSON: Non lavoro molto in tv. Quando lo faccio deve essere per qualcosa di speciale. Quando ricevi una chiamata da Jonathan Nolan, che ti dice di voler lavorare con te e scrivere per te, non devi pensarci troppo. E con il marchio di J.J. Abrams, sai essere al sicuro. Quell’uomo conosce il suo pubblico. Lo chiamo “l’uomo del popolo”: non ce lo vedo rinchiuso in una casa sulle colline. Me lo immagino a mescolarsi tra la gente. Lui sa cos’è che la gente vuole guardare.

Michael, cosa puoi dirci del tuo personaggio, Finch, che non traspare dal pilot?
EMERSON: Credo che sia un uomo buono, uno di quelli timidi probabilmente. E’ un genio dei computer e un miliardario, ma di quelli che trascorrono le loro notti in laboratorio senza preoccuparsi delle riunioni con gli azionisti e cose del genere. Probabilmente non è a suo agio nel prendere la leadership, specialmente quella privata con un vigilante. Penso che sia in conflitto.

Per quanto riguarda te Jim, cosa spinge John Reese? Perchè accetta la proposta di Finch e qual’è la sua motivazione in questo?
CAVIEZEL: All’inizio dello show lo si vede con una lunga barba, noncurante di ciò che la gente pensa di lui e guidato dalla disperazione. Ha fatto certe cose, ha violato alcune cose e ciò lo segna profondamente. E’ in cerca di uno scopo e probabilmente questo scopo potrebbe essere la giustizia, ma lui forse non lo sa ancora.

Jim-Caviezel-and-Michael-Emerson-of-Person-of-Interest_gallery_primary_595Taraji, puoi parlarci del tuo personaggio, “Carter?”
HENSON: Quello che so di lei per ora è che è una brava poliziotta. Vuole catturare i cattivi. E’ stata due volte in Iraq, per cui ci sono un po’ di complicazioni, un po’ di punti oscuri che, sono sicura, lo show porterà avanti. Spero che la facciano lavorare parecchio sotto copertura, mentre da la caccia ai suoi “person of interest”.

Per cui devi affrontare il fatto di non sapere il percorso preciso del tu personaggio?
HENSON: Mi fido di Jonathan. Credo nei produttori. Davvero. Ho fiducia nei sceneggiatori. Mi hanno voluta per questa stagione, quindi so che mi utilizzeranno.

Quanto ti hanno detto del tuo personaggio?
HENSON: Sostanzialmente, quello che ho detto a te. Continuano a ripetermi, “abbiamo delle cose fantastiche per te!,” e io rispondo “Okay, sono qui che aspetto”. E’ come il personaggio nel Fuggitivo, il poliziotto che dà la caccia al fuggitivo… sostanzialmente è lei.

Jonah, quando sviluppi e scrivi uno show ovviamente hai in mente un tipo particolare di pubblico. Mi chiedo, avendo visto il pilot, in termini di età o demografici, per chi stai scrivendo?
NOLAN: Scrivo sempre con lo stesso tipo di pubblico in mente. Il pubblico è come una sorta di me stesso. Non credo che si possa indovinare quello che piacerà veramente alla gente. Bisogna approcciarsi in modo naturale e le speranze che si hanno sono condivise da abbastanza gente da poter andare avanti.

J.J. Abrams è come un maestro della paranoia e anche tu lavori spesso con l’idea della paranoia. Anche Person of Interest insegue questi temi?
NOLAN: Assolutamente. Sono sempre stato interessato ai temi della memoria, paranoia e vendetta. Con questo esploriamo l’idea dello stato della sorveglianza moderna. Quando siamo andati a girare il pilot a New York abbiamo cominciato a notare quante telecamere ci fossero a quanti modi ha il governo per tenerci d’occhio tutti quanti. La cosa si fa strana. Lo show ha un aspetto un po’ fantascientifico, ma in realtà è più vicino alla realtà di quanto possiamo pensare.

Potete dirci altro sull’aspetto sociale dello show?
EMERSON: Mi sembra che sarà uno show in cui si pensa “Oh, ecco un po’ di fantascienza” e poi, dopo un po’, cominci ad avere la spaventosa sensazione che in fin dei conti non è proprio fantascienza e che tutto ciò di cui parliamo in maniera fantastica nello show in realtà possa esistere ed nelle mani di chi, il governo? Google? Qualcun’altro?

HENSON: Ho sempre creduto nei toni Orwelliani o da Grande Fratello dello show. Specialmente adesso, con i cellulari con videocamera, gli iPad, le telecamere ai semafori: mi vien voglia di andare in giro con la testa coperta perchè sento come se tutti stessero a gardare. Non facciamo nemmeno caso alle telecamere dei bancomat. Ti ci avvicini e sei nuovamente sotto osservazione. Quindi, letteralmente, ho la paranoia di queste cose e del fatto che la gente possa penetrare nei nostri computer.

Fonte: Collider