Una delle prime critiche rivolte alla miniserie Dahmer è stata la sua presenza nel catalogo di Netflix tra i tag dedicati ai contenuti LGBTQ, ma Ryan Murphy ha ammesso che non era d’accordo con la scelta della piattaforma di streaming di rimuovere quel dettaglio che era presente insieme alla classificazione “psicologico”, “vintage crime” e “horror”.

Intervistato da The New York Times, il produttore ha dichiarato:

La regola della mia carriera è stata: più sei specifico più puoi diventare universale. Inoltre non penso che tutte le storie gay debbano essere felici.

Murphy ha aggiunto:

C’era stato un momento su Netflix in cui hanno rimosso il tag LGBTQ da Dahmer e non mi è piaciuta quell’idea. Ho chiesto perché e mi hanno detto che è stato perché le persone erano sconvolte dalla serie e si trattava di una storia sconvolgente. Ho pensato ‘Beh, sì’. Ma era una storia di un uomo gay e, ancora più importante, delle sue vittime gay.

Ryan ha ricordato che nello show non c’era solo un brutale serial killer gay, ma anche delle scene in cui le persone omosessuali erano mostrate in modo positivo come una scena in cui un gruppo parla usando il linguaggio dei segni di appuntamenti, vita e degli ostacoli che affrontano essendo omosessuali:

Non riuscivo a credere al fatto che stavo ricevendo il dono di mostrarlo in televisione.

Che ne pensate delle dichiarazioni di Ryan Murphy sulla classificazione LGBTQ della serie Dahmer? Lasciate un commento!

Potete leggere tutte le notizie sulla serie nella nostra scheda.

Fonte: The New York Times

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