Quando Jantje Friese e Baran bo Odar hanno creato Dark, non si aspettavano il riscontro positivo che avrebbero ottenuto. La narrazione ostica della serie tedesca avrebbe potuto tenere lontani gli spettatori dallo show, che tuttavia è tornato per una seconda stagione e tornerà ancora per una terza, che sarà l’ultima. Ecco cosa ha dichiarato la co-creatrice della serie Netflix in una lunga intervista:

Quando abbiamo iniziato con lo show, ovviamente non eravamo sicuri se avremmo avuto un pubblico dato che propone una narrazione insolita. E poi, perché avrebbero gradito cose strane in lingua tedesca? Nel processo di sviluppo non l’abbiamo mai pensato come se fosse “solo” uno show tedesco. L’abbiamo sempre affrontato come uno show globale, ma non ci saremmo mai e poi mai aspettati questo tipo di successo.

È qualcosa in cui si spera, ma in realtà ci ha colpito molto. Due settimane dopo l’uscita della prima stagione ero su Twitter 24 ore al giorno. Ero così infelice perché… in qualche modo ci si prepara più per il fallimento che per il successo. È stato un momento molto, molto strano, ma è stato anche bello sapere che i fan avevano abbracciato ciò in cui avevamo messo così tanto. È stato commovente e ci ha messo molta pressione per la seconda stagione.

Come è nato Dark?

Quando Netflix stava cercando il suo primo show tedesco, sono accadute due cose. Una era che non volevamo farlo e siamo stati pressati. Avevamo materiale vecchio che in realtà era una storia diversa un paio di anni fa. L’altra è stata che ci siamo chiesti “cosa vuol dire tedesco?”. Ci siamo chiesti cosa potevamo mettere raccontare oltre alla Seconda guerra mondiale, che credo sia anche in Dark, anche se non siamo in quella timeline. Personalmente ritengo che molti grandi filosofi siano usciti dalla storia tedesca. Quindi ho sentito che era qualcosa che potevamo dare.

Nel corso della storia ci sono colpi di scena tragici che riguardano la scoperta di legami di parentela:

Quello era il centro di tutto. La nostra idea è stata sempre quella di fare una tragedia greca insieme ad uno show di fantascienza, uno show di misteri. Nel profondo, si tratta di relazioni umane e di come possono essere complicate.

Sulle regole del viaggio nel tempo:

Quando lavori con il viaggio nel tempo, devi fondamentalmente rimanere fedele ad un concetto. Puoi seguire quello di “Ritorno al futuro” in cui puoi effettivamente cambiare le cose nel passato che influenzeranno il futuro – che però con la mia personale visione più deterministica del mondo non funziona.

Ecco quindi dove mettiamo le basi, lavorando sulle regole deterministiche del viaggio nel tempo. Stiamo dicendo spesso dalla prima stagione che è un cerchio. Tutto avviene costantemente in loop. Ho solo sentito che era una storia stratificata in questo modo. Ci ho pensato molto: come e quando vanno spiegate certe regole? Quanto margine offri alle persone che cercano di capirlo e quando le spingi nella giusta direzione? Che tipo di parole chiave usi? Che tipo di simboli usi? Ci sono molti simboli in tutto, molti sistemi di riferimento in termini di religione, mitologia.

Sulla terza stagione:

Il finale: sapere dove stai andando è una cosa, ma poi trovare i modi per arrivarci è davvero una sfida completamente diversa. L’idea di base della terza stagione era qualcosa che avevamo già quando abbiamo iniziato. Ci sono anche molte cose nella stagione 1 che suggeriscono la terza stagione. Inoltre, abbiamo effettivamente pensato di inserire alcune delle cose che sono ora nella terza stagione nella stagione 2, ma poi abbiamo deciso di ripensarci. Quindi, in pratica, ora tutto ciò che rimane è confluito nella stagione 3.

Qualche anticipazione:

Vedremo un po’ di più Ulrich cresciuto. E poi quello che abbiamo fatto nella seconda stagione, nella quale abbiamo posto un po’ di attenzione su diversi personaggi come Claudia ed Egon. Faremo lo stesso nella terza stagione e chiameremo alcune persone con parti più piccole. E sì, Martha e Jonas, questo è il grande fulcro di tutto ciò.

Abbiamo sempre che avremmo dovuto rispondere a tutto. Quindi ogni indovinello che inseriamo lì, sentiamo di doverlo risolvere. Ma non risponderemo a ogni domanda perché a volte è più divertente così. Non sono ancora sicura della percentuale, ma è probabilmente il 10% quello a cui non risponderemo, ma saranno i misteri più piccoli.

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La seconda stagione ha continuato a raccontare la storia delle quattro famiglie protagoniste, nel tentativo di cambiare il loro destino all’interno della comunità in cui vivono. Al cast principale, tra cui Louis Hofmann, Jördis Triebel, Lisa Vicari e Oliver Masucci, già presenti nella prima stagione, si sono aggiunti anche Sandra Borgmann, Winfried Glatzeder, Dietrich Hollinderbäumer e Sylvester Groth.

La sceneggiatura è stata firmata da Jantje Friese, mentre Baran bo Odar si è occupato della regia. I due creatori della serie sono inoltre produttori esecutivi insieme a Quirin Berg e Max Wiedemann.

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Fonte: indiewire

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