Netflix si trova in questi giorni nell’occhio del ciclone dopo le polemiche scatenate, internamente e nel dibattito pubblico, dall’uscita di The Closer, il nuovo speciale di Dave Chappelle.

Il comico statunitense era già stato criticato in passato per i suoi commenti e attacchi contro la comunità transgender, e anche in questo special fa alcune battute a riguardo, ironizzando sull’utilizzo di pronomi di genere neutro e addirittura sui genitali delle persone transgender. Le accuse di transfobia hanno mobilitato diversi impiegati di Netflix, mentre da parte della dirigenza – e in particolare del co-CEO Ted Sarandos – si è cercato di difendere la libertà di espressione del comico.

Un’ingegnere del software transessuale di nome Terra Field che aveva postato un tweet virale riguardo la controversia è stata sospesa (e successivamente reinserita) alcuni giorni fa dopo aver partecipato a un meeting su Zoom riservato ai dirigenti cui non era stata invitata.

Nei giorni successivi un numero senza precedenti di leak ha portato alla pubblicazione su Bloomberg di dati sul budget investito da Netflix per realizzare lo speciale di Dave Chappelle e del successo globale Squid Game. Nei leak erano presenti le metriche utilizzate da Netflix per calcolare il valore restituito all’azienda da tali serie – dati che gli avvocati del gigante dello streaming hanno chiesto a Bloomberg di non divulgare, ma che il magazine ha ritenuto importante pubblicare. In essi appare evidente che mentre Squid Game, costato 21.4 milioni di dollari, ha generato quasi 900 milioni di dollari in valore nelle prime tre settimane di presenza sulla piattaforma, lo special di Chappelle, costato 24.1 milioni di dollari, non è ancora arrivato a coprire nemmeno il budget investito. Per contro, Inside di Bo Burnham è costato solo 3.9 milioni di dollari e ha generato un enorme ritorno economico.

L’altroieri Netflix ha licenziato il leader di un gruppo di sostegno per gli impiegati appartenenti alla comunità transgender che aveva organizzato un sit-in virtuale fissato per il 20 ottobre e che dovrebbe coinvolgere almeno un migliaio di impiegati. Si tratta di una persona transgender nera e attualmente in stato interessante che ha chiesto di rimanere senza nome per paura di ritorsioni soprattutto online. Il motivo del licenziamento, secondo Netflix, è il sospetto che il leak sia partito proprio da questa persona, che ha confermato di aver condiviso le metriche internamente ma ha smentito di averle divulgate alla stampa:

Abbiamo dovuto mandare via un impiegato per aver condiviso informazioni confidenziali e commercialmente sensibili all’esterno della compagnia. Ci rendiamo conto che questo impiegato possa essere stato motivato dalla delusione e dal dolore che provava nei confronti di Netflix, ma al cuore della nostra compagnia c’è il mantenimento di una cultura di fiducia e trasparenza.

La frustrazione intorno all’intera vicenda sta montando, e in questi giorni diversi utenti sensibili alle tematiche LGBTQ+ si sono scagliati contro la piattaforma affermando di voler cancellare il proprio abbonamento. Ricordiamo che questa settimana Netflix annuncerà i dati trimestrali, inclusi i nuovi dati sugli abbonamenti.

Fonte: The Guardian | The Verge

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