È ormai finita da qualche settimana la prima stagione di Feud, sere ideata da Ryan Murphy e incentrata, in questa prima annata, sulla storica rivalità tra due memorabili star di Hollywood, Joan Crawford e Bette Davis. Il creatore e showrunner, intervistato da Deadline, ha spiegato l’importanza che ha raccontare la storia di Joan e Bette anche – e specialmente – ai nostri giorni, e quale importante lezione occorra trarre dalla vicenda personale delle due dive.

“Sento che nulla è cambiato nel mondo dello spettacolo,” ha dichiarato Murphy. “C’è quella sensazione, quando hai a che fare con lo show business, che le donne si rivoltino l’una contro l’altra, perché percepiscono che ci sia un unico posto disponibile in cima al piedistallo. Gareggiano per quel posto. Ho la sensazione che il modo per aggirare questo fenomeno stia nel garantire, alle donne e alle minoranze, posizioni di potere nell’industria. Il potere d’iniziativa, di sviluppo, di dirigere compagnie. E penso che la situazione dell’industria migliorerebbe. Ma per le attrici la peggior tragedia è che, una volta superati i 40 anni, il loro telefono smette di squillare. Laddove, per gli uomini, la carriera è appena iniziata.”

Per quanto riguarda la seconda stagione di Feud, incentrata sul rapporto tra il principe Carlo d’Inghilterra e la moglie Diana Spencer, Murphy garantisce una dose d’emozioni non certo inferiore a quella offerta dalla rivalità Davis-Crawford: “Si tratta di un diverso tipo di faida, perché riguarda il matrimonio, ma anche il rimpianto e l’incomprensione, e due persone che avrebbero potuto far funzionare la loro relazione, ma non ci sono riuscite. Questa è, per me, la base di ogni stagione di FeudCharles and Diana sarà molto emozionante, ma in un modo diverso. Un modo rispettoso, ma straziante.”

Murphy ha poi precisato: “Il punto focale del racconto è che, in un certo senso, queste erano persone comuni, con bisogni comuni, desideri comuni e cuori comuni, che sono stati spinti in una circostanza straordinaria. In fin dei conti, un divorzio è un divorzio, e una rottura è una rottura. Sono essenzialmente questioni di cuore. Sono storie umane. La loro si è semplicemente svolta su un grande palcoscenico, dove ogni cosa aveva una risonanza sproporzionata. È molto importante, nella storia di Carlo e Diana, non perdere di vista – anche se si tratta di membri della famiglia reale – il cuore pulsante della storia. In particolare, l’idea che Diana fosse una ragazza comune catapultata su questo palcoscenico universale. Non era preparata a questo. È molto commovente, sin da subito.”

Fonte: Deadline