L’attrice Nathalie Emmanuel, conosciuta dal pubblico internazionale grazie ai ruoli avuti in serie come Game of Thrones e in franchise adrenalinici del calibro di Fast & Furious, è stata una delle protagoniste degli incontri organizzati da Miu Miu nell’ambito dell’iniziativa Women’s Tales organizzate durante le Giornate degli Autori in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

L’interprete di Missandei nello show tratto dai romanzi scritti da George R.R. Martin ha spiegato che non conosceva il progetto che porta alla creazione di cortometraggi firmati da registe conosciute a livello internazionale e ad alcune conversazioni tra stelle dello spettacolo.

L’attrice ha sottolineato:

Ora mi sento ridicola perché ho sentito parlare del progetto per la prima volta pochi mesi fa, ora sono una grandissima fan e mi sento fortunata nell’aver scoperto alcune di queste filmmaker.

Per quanto riguarda l’esperienza nella saga fantasy prodotta da HBO, Nathalie ha raccontato:

Sul set si veniva trasportati in un altro mondo grazie ai set e a ogni altra cosa, c’era un’incredibile attenzione per i dettagli, per i costumi, per gli accessori. Li indossavo e diventavo Missandei e bisogna ricordare che all’inizio della storia è una schiava e proprio i costumi riflettono nel corso degli stagioni il suo percorso, è stato semplicemente così magico. Gli spazi dedicati ai costumisti erano incredibili. Io sono convinta che gli oggetti di scena, gli accessori, siano in grado di raccontare una storia e provo ogni volta a trovare quelli giusti per un personaggio specifico, per capire e raccontare chi è.

L’attrice ha inoltre scherzato ricordando che tutti le chiedono se ha portato via degli oggetti di scena dal set, ma in realtà non ha preso nulla anche se avrebbe voluto conservare una collana.
Nathalie ha spiegato:

Sono sempre stata scettica per quanto riguarda i discorsi legati ai cambiamenti dal punto di vista del coinvolgimento delle minoranze e delle donne nel mondo dello spettacolo: Sono sempre stata scettica e cinica sotto certi aspetti perché, essendo una donna di colore, la conversazione riguardante la diversità la trovo fantastica, ma ci sono delle differenze, per quanto riguarda quello che sta accadendo di fronte alla telecamera, alla regia e dietro la cinepresa c’è invece un mondo completamente diverso. C’è un cambiamento in atto, ma c’è davvero molta strada da fare.

Emmanuel è stata recentemente una delle star della versione televisiva di Quattro matrimoni e un funerale sviluppata da Mindy Kaling e lavorare con lei è stata un’esperienza unica:

Il mio personaggio aveva dei difetti, era una persona complicata come siamo tutti, facciamo degli errori, siamo delle donne complesse.

L’attrice ha iniziato recentemente a lavorare come produttrice e ha raccontato:

Iniziare a essere impegnata in questo campo mi ha fatto apprezzare il lavoro di chi lavora dietro le quinte: c’è così tanto lavoro, impegno, bisogna cercare di coinvolgere il maggior numero di persone diverse possibili e ci stiamo muovendo nella giusta direzione, ma c’è meno tempo per organizzare. Sanno che sono al sicuro e che possono farlo, alle volte si scivola nelle vecchie abitudini e si rischia di dimenticare i passi in avanti compiuti per quanto riguarda l’attenzione per la diversità. Penso però che negli ultimi anni si siano compiuti degli incredibili passi in avanti.

Nathalie ha inoltre dovuto fare i conti con degli importanti cambiamenti a causa dell’incredibile popolarità di Game of Thrones in tutto il mondo:

Si tratta di compiere delle importanti modifiche nella propria vita: a me piace stare da sola, non far parte di gruppi numerosi, apprezzo poter camminare da sola per le strade di Londra. Prima della serie ero quasi invisibile, quando stavamo girando in nazioni diverse, invece, c’erano molte persone che attendevano fuori dagli hotel, non si poteva uscire, è piuttosto strano e sono grata e felice perché le persone apprezzano il nostro lavoro, è meraviglioso e voglio bene a tutti i fan, ma alle volte non si hanno le energie giuste. Alcuni giorni sei maggiormente introversa, stanca, emotiva o altro, ma una delle cose che ho imparato a fare è dire di no, mantenere la propria energia, quello che ti serve per superare la giornata. Alle volte è un lavoro davvero duro, richiede molte ore di impegno e una grande intensità. Io ho bisogno di preservare la mia energia, me stessa ed è giusto farlo. Ho dovuto chiedermi, stare distante dal mondo, accettare il fatto di essere riconosciuta. Mia sorella, un giorno, mi ha dato un consiglio molto utile: proteggi e accetta l’energia, ora ho trovato il giusto equilibrio.

Per quanto riguarda l’impegno civile dimostrato dall’attrice, Nathalie Emmanuel ha sottolineato:

Ho contribuito a una campagna per invitare i giovani a votare: nel Regno Unito ci sono poche persone della comunità nera che sono registrate per votare. I brevi cortometraggi raccontavano diversi orientamenti politici per ricordare come, se non si vota, queste persone parlano al posto tuo. La campagna mostrava diversi punti di vista ed è stato sconvolgente dire alcune cose, è stata una grande responsabilità perché trovo sia fantastico avere la possibilità di votare.

La star ha infine ribadito che è importante mostrare le persone e tutte le sfumature che possiedono. L’idea che ci siano quattro uomini di colore iconici in film come One Night in Miami e che li si mostri in modo vulnerabile è qualcosa di ancora piuttosto nuovo nel mondo del cinema. Dare spazio alle fragilità umane, specialmente maschili, è una dimostrazione reale di come sono le persone, gli esseri umani, di come negoziare ciò che si ama e chi siamo. Essendo una donna spesso questo ideale della donna forte può essere perduto e, semplicemente per essere una donna si è abituati a dover essere forti. Si tende a non pensare all’esperienza quotidiana, a non essere adatte per qualche motivo, non pensare alle battaglie che hanno avuto, a veder coinvolte altre persone sul set, a dover dare spazo al coraggio, alla voglia di mostrare le donne in un modo che le mostri divertenti, sopra le righe.Di tutte le versioni di ciò che siamo si tende a dare spazio agli archetipi, non ai danni che abbiamo tutti noi, al dolore che abbiamo provato. Penso che si debbano smantellare alcune strutture che continuano a esistere.