Si è chiusa la prima settimana di sciopero degli sceneggiatori a Hollywood, e l’impressione è che non sarà una serrata breve: in molti iniziano a pensare che probabilmente non si troverà un accordo prima di molti mesi, e nel frattempo sempre più produzioni subiranno un impatto più o meno devastante. Per quanto i CEO delle major che fanno parte della AMPTP (una delle due parti in causa, l’altra è il sindacato degli sceneggiatori WGA) si ostinino a spiegare ai propri azionisti che “i consumatori non si accorgeranno di quello che sta succedendo prima di molti mesi”, perché c’è molto prodotto già pronto per essere distribuito, è indubbio che più questo sciopero durerà più un impatto ci sarà e lo noteranno tutti – sia gli spettatori cinematografici (Blade, per fare un esempio, è già stato fermato) che quelli televisivi.

La televisione lineare, per sua stessa natura, è la prima a subire conseguenze dallo sciopero: ci sono talk show come The View che proseguono ma in modalità “improvvisata“, altri come i vari late show che sono stati cancellati.

Poi ci sono le serie tv attualmente in produzione, e in questo caso la situazione è più complessa. Gli sceneggiatori sono fondamentali durante le riprese, perché i copioni devono essere riadattati e ottimizzati giorno dopo giorno, a seconda delle necessità creative o logistiche. Ma “giù la penna” significa “giù la penna”, e così ci sono serie come Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere 2 e Cobra Kai 6 in cui gli showrunner, che sono iscritti alla WGA, hanno dovuto lasciare la produzione, che prosegue senza il loro (fondamentale) apporto.

Nel caso di serie come Abbott Elementary e Yellowjackets, le cui nuove stagioni sono in fase di scrittura, le writers room si sono sciolte e questo potrebbe causare non pochi ritardi. Peraltro entrambe le serie andranno a posizionarsi nel palinsesto della televisione lineare della prossima stagione, che tra pochi giorni verrà presentato agli inserzionisti in occasione degli upfront, ed eventuali ritardi non sarebbero una buona notizia per ABC e Showtime/Paramount+.

Nel caso di House of the Dragon 2, la HBO ha confermato che le riprese proseguono nel Regno Unito senza particolari problemi “perché le sceneggiature sono già pronte”. Ryan Condal, che è iscritto alla WGA, ha lasciato il set ma continua a lavorare alla serie, pur astenendosi dallo svolgere compiti di scrittura: non interverrà sul montaggio, non manderà appunti alla HBO e non scriverà una riga di copione per tutta la durata dello sciopero. Questo non dovrebbe rappresentare un problema per una serie come House of the Dragon, dove vista la portata colossale della produzione ogni aspetto viene definito prima ancora dell’inizio delle riprese.

Stesso dicasi per la seconda stagione di Andor: Variety conferma che il produttore esecutivo Tony Gilroy non è più sul set e non sta scrivendo (le sceneggiature erano state chiuse prima dello sciopero), e collabora nel ruolo di produttore ad aspetti come il casting o la colonna sonora.

Ma come sottolinea lo stesso sito, il ruolo degli sceneggiatori sul set è fondamentale, ed è proprio uno dei punti del contendere tra WGA e AMPTP: negli ultimi anni, gli sceneggiatori sono stati progressivamente allontanati dai set per risparmiare, caricando le responsabilità produttive sugli showrunner. Ma realizzare un film o una serie tv è un progetto collaborativo, e il ruolo di supervisione degli autori della sceneggiatura è fondamentale in pre-produzione, in produzione e in post-produzione (la decisione di escludere o meno un dialogo dal montaggio è una scelta creativa degli sceneggiatori). La loro assenza, quindi, si rifletterà verosimilmente sul risultato finale di ognuna delle serie sopracitate.

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Sciopero degli sceneggiatori: le ultime novità