Dopo essere tornati in attività e con il Time Bureau ancora alle calcagna, le Leggende dell’Arrowverse sono intenzionate a sistemare tutti gli anacronismi temporali che hanno involontariamente generato a seguito della loro battaglia contro la Legion of Doom.

In questo episodio, i protagonisti si recano nel Wisconsin del 1870, dove l’affarista P.T. Barnum è in possesso di una Tigre dai denti a sciabola che utilizza come attrazione principale del suo circo itinerante, popolato anche da freak e artisti di tutti i tipi. La missione richiede però l’intervento di Amaya, la Vixen del passato misteriosamente scomparsa e apparentemente non più in pieno possesso dei suoi poteri.

Inevitabilmente, le peculiari abilità delle Leggende attirano l’attenzione di Barnum, intenzionato a reclutarli nella sua squadra volenti o nolenti.

Freakshow, secondo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, continua il filone vincente dello show, caratterizzato da trame dinamiche e rocambolesche, che sfociano spesso nell’assurdo, mantenendo però sempre una coerenza di fondo che ha consentito a questa serie TV di ritagliarsi la sua nicchia di spettatori affezionati. Rispetto alla season première della settimana scorsa, l’episodio più recente propone una storia più stratificata e meno immediata, anche a causa di qualche lungaggine di troppo. Tale decompressione può essere interpretata però come fisiologica e necessaria a riportare in scena tutti i personaggi principali e a stabilizzarne il nuovo status quo: stando al finale di Freakshow, già dal prossimo episodio dovremmo entrare nella storyline principale della stagione in corso, che vedrà le Leggende impegnate contro una nuova e oscura minaccia in qualche modo connessa ad Amaya.

Nonostante Legends of Tomorrow abbia per protagonisti personaggi sempre più assurdi (ma in qualche modo credibili) – che in questo episodio sono catapultati in un contesto narrativo bizzarro quanto può essere un circolo di freak del XIX secolo – l’episodio presenta una narrazione equilibrata, che alterna momenti di azione, talvolta esilarante, altre volte molto meno, con dinamiche ben più personali, che riguardano la sfera privata dei protagonisti: tale mistura riesce e Freakshow è ben oltre la sufficienza.

Buoni i pochi effetti speciali presenti, a partire dall’animazione digitale della Tigre dai denti a sciabola, nonostante una resa non di certo avveniristica.

Freakshow presenta sottili riferimenti ai personaggi dei fumetti DC Comics, a partire dalla perdita di controllo dei poteri di Vixen, dinamica che ricorda un vecchio ciclo di storie di Suicide Squad firmato da John Ostrander. Si notino inoltre i costumi di alcuni artisti circensi al soldo di Barnum: quelli degli acrobati ricordano evidentemente il dualismo cromatico del costume di Robin (che a sua volta richiamava quello dei Grayson Volanti), mentre la tenuta d’ordinanza del “forzuto” riporta alla mentre quella della Bestia del B’wana, tragico personaggio dell’Animal Man di Grant Morrison.

Venendo ai riferimenti storici, Phineas Taylor Barnum (1810-1890) è un personaggio realmente esistito nell’America del XIX secolo e viene ricordato come uno dei più arrembanti imprenditori circensi della storia, abilissimo nella comunicazione e nella promozione delle sue attività.

In Legends, Barnum è interpretato dall’attore Billy Zane, celebre per essere stato uno dei protagonisti di Titanic di James Cameron. Altro riferimento al Titanic, non solo la nave, ma anche il suddetto film, è riscontrabile nella battuta pronunciata dal Professor Stein, nella quale il personaggio dichiara che colui che aveva progettato la celebre nave meritava di essere sparato a vista: tale battuta è un divertente inside joke, dato che l’attore Victor Garber, che interpreta Stein, nel film di Cameron interpretava a sua volta Thomas Andrews Jr., il capo architetto del Titanic.