Ieri sera si è concluso Masterchef 12 eleggendo come vincitore Edoardo Franco, concorrente di Varese.

Con la vittoria, Edoardo si aggiudica 100.000 euro in gettoni d’oro; la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette, “Daje! – La mia cucina senza confini”, edito da Baldini+Castoldi, in uscita dal 10 marzo; l’accesso a un prestigioso corso di alta formazione presso Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana; e la partecipazione al Workshop di Masterchef Academy creato in collaborazione con Destination Gusto.

Quella appena conclusa è stata una stagione caratterizzata da un altissimo livello tecnico e ricca di prove che hanno permesso alla Masterclass di viaggiare in tutto il mondo grazie a grandi chef e ospiti di primissimo piano sulla scena food internazionale. Nel corso dell’ultima decisiva prova, nell’attesissima serata di ieri, i finalisti hanno potuto presentare il proprio menù ideato, sviluppato e realizzato in completa autonomia. Il risultato sono stati tre menù estremamente personali, in grado di raccontare le vite e le storie dei tre ragazzi, ma anche tutta la loro crescita vissuta grazie a MasterChef Italia, dall’arrivo timido ma promettente ai Live Cooking fino alla grintosa, emozionante e spettacolare finalissima. 

Nel descrivere il suo menù dal titolo “Tutto mondo”, ispirato dal titolo del murale realizzato da Keith Haring, il vincitore Edoardo dice: «Per me il cibo deve unire e non dividere, il mio intento è quindi quello di mettere d’accordo tutti e tre i giudici con un menù di sapori pensati per gli abitanti di tutto il mondo. I miei piatti sono il frutto delle mie esperienze e dei miei incontri passati, che si fondono con la mia creatività». L’antipasto è un tributo alla terra e all’origini della cucina, un mix di sapori inusuali, che riservano una sorpresa al commensale: si chiama Medievale ma non troppo, è una barbabietola acidula ripiena di paté di fegatini di piccione, intruglio medievale, latticello e porro fritto, accompagnato da infuso alla barbabietola e aneto. A seguire, il primo – Ravioli kebab – è la sua reinterpretazione del kebab: una polpetta di agnello speziato dentro un fagottino di pasta all’uovo servito con salsa all’albicocca e foglie di carota. La seconda portata è Capesante al curry: il connubio inusuale tra le capesante, dolci e delicate, e il curry, speziato e profumato, con l’aggiunta di maionese al corallo e coriandolo fritto. Infine il dessert, Matrimonio in bianco, una finta mousse di cocco con cremoso di liquirizia e arancia e inserto di maracuja: pur con qualche piccolo problema nel corso della cucinata, il risultato è stato, secondo i giudici, davvero ottimo.

masterchef 12 vincitore

Abbiamo avuto modo di parlare con Edoardo, in occasione della sua vittoria, di seguito le domande più interessanti.

Le parole di Edoardo, vincitore di Masterchef 12

Che cosa rappresenta per te questa vittoria?
Io alle selezioni dissi che volevo cambiare la mia vita. La mia vittoria è aver fatto quel che volevo. Sono rimasto me stesso e ho fatto vedere chi sono.

C’è stato un momento quando hai capito che ce l’avresti fatta?
In realtà son stati due i momenti. Quando sono entrato, mi sono detto che volesse dire qualcosa. Il secondo è stata la prova del minestrone, quando ho scoperto di essere forte con un piatto che non mi immaginavo di poter fare.

Possiamo dire che il dolce è stata un po’ una metafora del tuo viaggio: un gran casino che si è tramutato in successo. Quale consiglio daresti a chi è a un bivio e non sa ancora qual è il loro posto nel mondo?
Ascoltate il vostro cuore, non chi vi sta intorno, capite chi siete e quali sono le vostre esigenze. Fatevi male per raggiungerle. Avere pazienza per cambiare la vostra vita credendo in voi stessi. Ognuno è la salvezza di se stesso.

Ci puoi parlare del menù della finale?
Analizzando i piatti: il primo è una rivisitazione di ciò che ho imparato a Masterchef Magazine con Camanini, ho preso la salsa come elemento base e da lì ho ricreato il piatto. Per il primo è nato per gioco: mi piaceva il concetto di portare il Kebab in tv. Ovviamente non lo potevo portare intero, quindi l’ho messo in un raviolo. L’abbinamento con l’albicocca è nato molto a caso, però era buono. Il curry voi lo avete visto in acqua, ma la ricetta prevedeva una salsa. Me l’ha insegnata un mio amico in Germania due anni fa, che mi cucinò un butter chicken come dio comanda e ho deciso di rivisitarlo. lo trasformo in acqua lo abbino alla capasanta, che è elegante. Il dolce doveva essere solamente follia e così è stato.

Perché il nome TUTTOMONDO?
Tuttomondo è un concetto molto chiaro: nel mio ristorante sono tutti benvenuti. Tutti a casa mia si sentono a casa, rispetto delle culture e dell’amore, sono tanti omini che si abbracciano, c’è tanto amore.

Il tuo menù è basato su Keith Haring, ci sono altri artisti a cui ti sei ispirato?
I miei piatti o nascono completamente a caso, oppure mi baso molto sui ricordi, tenere lo stesso gusto cambiando le consistenze, però non sono ancora ai livelli di fare arte e cucina. Devo ancora crescere, mi considero artista ma sono ancora in fase di formazione.

masterchef 12 vincitore

Come è cambiata in Masterchef la tua idea di cucina?
La mia forza era che potevo essere buttato fuori subito. Quindi ho deciso di partire come un casinista e dimostrare quanto valevo. Illudili (in senso buono) che fai schifo, così poi li puoi stupire.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe? E che collegamento hanno musica e cucina?
(I can’t get no) satisfaction, voglio prendere il massimo da questa esperienza. Musica e cucina condividono fantasia e improvvisazione.

Quanto conta l’esperienza all’estero?
Se una persona viaggia non è un male. Ma non è l’unica opportunità. A volte alcuni vanno via perché non stanno bene, ma bisognerebbe anche cercare di trovare le condizioni per restare dove siamo nati.

Come gestirai il rapporto con i rider nel tuo ristorante?
Datemi il tempo di diventare un cuoco da brigata e lo aprirò. Penso che non vorrei avere il delivery nel mio futuro ristorante, vorrei che venissero i clienti a casa mia, per me è proprio i lconcetto di stare assieme, quindi o lo viviamo assieme o non lo viviamo.

L’ospite che ti ha colpito di più?
Sicuramente ho avuto tanta empatia con Claire Smith, lei mi ha detto “Si vede che ti piace mangiare” mi ha capito tanto. Ho visto una persona umana che si è fatta il c*** e si ricorda di come ha iniziato.

C’è un piatto da film o serie tv che vorresti rifare?
La prima cosa che mi viene in mente è il pollo fritto di Breaking Bad. Ma se devo pensare a qualcosa il pane e caviale da Dawson’s Creek, ma senza caviale perché non mi piace,

Che cosa vuoi imparare ora?
Imparare ancora più autodisciplina. Vorrei assaggiare di tutto, quindi cucinare. Vorrei assaggiare piatti di diverse culture, andare all’Alma, e uno stage in un bello stellato più avanti pe rimparare un paio di tecniche. Cercherò l’equilibrio.

Secondo te chi si sarebbe meritato la finale ma è stato eliminato prima?

Nicola, Ollivier e Laura erano tre papabili finalisti che sono stati vittima della fatalità di Masterchef. Ma anche Roberto mi è piaciuto tanto come cucinava, e pure Mattia e Sara.

Pensi di essere l’esempio della Passione che vince sulla Tecnica?

Passione per me è una parola un po’ forte che è usata anche un po’ male. La cucina per me è vita, mi piace mangiare e se non mangio non vivo. Va oltre la passione, sono appassionato di musica ma non lo faccio tutti i giorni, invece cucino sempre perché se no non vivrei.