Per Navi, che da 28 anni impersona Michael Jackson divenendo, di fatto, il più noto doppelgänger del re del pop, ricoprire il ruolo della defunta star in Searching for Neverland, biopic di Lifetime, ha rappresentato il coronamento di un sogno. In una recente intervista, il performer ha raccontato questa esperienza totalizzante con parole commosse e sentite.

“Non volevo che fosse un film agiografico sulle accuse da cui è stato scagionato. Volevo che fosse qualcosa fatto dalla giusta prospettiva che, pur consentendo uno sguardo sulla sua vita privata, potesse offrire alle persone che lo conoscevano la percezione di lui come essere umano,” ha dichiarato Navi in un’intervista a Entertainment Weekly. ”

“Sono il fan di Michael che manifestava fuori dal tribunale di Santa Maria con un cartello che diceva, “Smooth, but not a criminal” [in riferimento al brano Smooth Criminal, ndr]. Quando Michael è morto, ho partecipato al processo contro Conrad Murray, perché sono un fan di Michael e non lo nascondo. Potreste pensare che quello sia stato, per così dire, il canto del cigno, ma per me è stata questa opportunità. Se questi 28 anni di impersonificazione fossero stati tutti in funzione di questo momento, lo accetterei. Sono contento di lasciarmi alle spalle questa esperienza come sosia, sono felice di averlo fatto, perché ho avuto l’occasione di fare qualcosa per Michael, dopo tutto quello che ha fatto per me.”

Navi ha anche detto la sua sul film di Lifetime, basato sul libro Remember the Time: Protecting Michael Jackson in His Final Days, scritto dai due bodyguard di Jackson, Bill Whitfield e Javon Beard. “Vorrei che chiunque vedesse questo film senza un’idea precostituita di chi fosse Michael Jackson,” ha dichiarato Navi. “Dimenticate ciò che i media dicevano di lui. Guardate il film, e ponetevi una sola domanda: quanto siete diversi?”

Benché Navi abbia conosciuto personalmente Jackson e abbia anche lavorato per lui come controfigura, l’esperienza sul set gli ha consentito di avvicinarsi ancora di più allo spirito della popstar, in modi – a suo dire – del tutto inaspettati. “C’era una connessione con Michael Jackson, e non voglio parlarne, ma sentivo il suo spirito? Mi sono sentito davvero Michael,” ha confessato Navi nell’intervista. “Mi sono sentito Michael Jackson, per un momento. Ho provato le stesse gioie e le stesse paure; ho sperimentato le stesse risate, lo stesso affetto, la stessa rabbia.”

Fonte: Entertainment Weekly