Nonostante il successo di pubblica e critica ottenuto con le prime due annate, pare proprio che Mindhunter non continuerà. La serie Netflix non è stata mai ufficialmente cancellata, tuttavia, secondo quanto detto dal suo produttore e showrunner David Fincher tempo fa, “probabilmente” non avrà mai una terza stagione, in quanto “show costoso per i dati di ascolto che avevamo”.
Nel frattempo, non sono arrivati sostanziali aggiornamenti ma, recentemente, in un’intervista con Collider, Andrew Dominik (regista di alcuni episodi della seconda stagione, tra cui quello con protagonista Charles Manson) ha svelato cosa avrebbe previsto la trama principale della terza stagione. In particolare, i due protagonisti, interpretati da Jonathan Groff e Holt McCallany, si sarebbero recati nientemeno a Hollywood, dove:

Uno di loro si sarebbe messo in contatto con Jonathan Demme e l’altro con Michael Mann. E tutto sarebbe stato incentrato sul fatto che il profiling sarebbe entrato in una sorta di zeitgeist, nella coscienza pubblica. Quella era la stagione che tutti erano davvero in attesa di fare, aspettando il momento di iniziare.

Insomma, uno spunto decisamente accattivante, che sicuramente sarebbe stato nelle corde di Fincher, che al mondo di Hollywood ha dedicato il suo ultimo lungometraggio, Mank.

Mindhunter, che ha debuttato su Netflix nell’ottobre 2017, racconta la storia degli agenti dell’FBI e degli psicologi che hanno lavorato nel dipartimento di scienze comportamentali nel tentativo di capire meglio i motivi dei serial killer per prevederne le azioni e individuarli prima che uccidano di nuovo. La seconda stagione, disponibile dall’agosto 2019, si concentra invece in particolare sugli omicidi di Atlanta, avvenuti tra il 1979 al 1981, quando nella città degli Stati Uniti furono uccisi circa 28 bambini, adolescenti e adulti di origine afroamericana.

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FONTE: Collider

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