L’inarrestabile aumento dei contenuti in streaming non ha visto alcun tentennamento nel 2022, tutt’altro, i servizi di streaming in abbonamento hanno stabilito un nuovo record di contenuti originali. Luminate Film & TV ha contato 966 programmi che hanno lanciato contenuti originali su 16 delle principali piattaforme streaming negli Stati Uniti, in aumento per il 12° anno consecutivo. 

I contenuti SVOD (acronimo per Subscription video on demand, ossia che presuppongono il pagamento di un abbonamento per poter essere fruiti) hanno fatto molta strada nell’ultimo decennio. Nel 2012 c’erano nove titoli su servizi in abbonamento, sette su Hulu e uno a testa su Netflix e Prime Video, e il totale del 2022 rappresenta un tasso di crescita del 10.967%, una cifra abbastanza sorprendente che nessuno aveva previsto quando lo streaming stava muovendo i primi passi.

In termini di crescita annuale, il 2022 ha guadagnato 100 show in più. Rispetto agli ultimi dodici anni, il 2022 ha registrato la quinta crescita più alta. Una parte di questa crescita andrebbe però vista più nel dettaglio: i guadagni del 2020-21, infatti, sono stati alimentati dai lanci dei principali streamer come HBO Max, Peacock e Discovery+, oltre che dai SVOD di nicchia come BET+, SundanceNow, Shudder, ALLBLK e AMC+ che si sono spinti verso gli originali. 

Variety ha fatto notare come stia diventando competitivo il mercato statunitense SVOD: nel 2019, Netflix aveva raggiunto il suo picco di dominio nello streaming e rappresentava quasi il 70% di tutti gli originali in streaming. Anche con il lancio di più competitor, nel 2022 Netflix detiene ancora oltre il 40% di tutti gli originali. 

Ciò si traduce in 439 show per Netflix, una cifra che eclissa in modo massiccio gli 80 originali in streaming lanciati da Discovery+, secondo classificato (una classifica però che si basa solo sugli show in streaming esclusivi di un servizio e che omette quelli che sono stati rilasciati prima in TV e poi su un servizio di streaming). Altri servizi che hanno lanciato più di 50 originali nel 2022 sono stati Prime Video, HBO Max, Peacock, Hulu, Apple TV+ e Disney+. 

Ma facciamo un passo indietro, ossia a quando la vera novità rispetto alla televisione broadcast erano i programmi che andavano in onda sui via cavo. Nel 2014 si è registrato il maggior numero di produzioni via cavo. All’epoca, l’unico servizio di proprietà delle media company che offriva programmi originali in streaming era Hulu, con 11 programmi. Come molti di voi avranno notato, negli anni successivi, le reti via cavo hanno ridotto drasticamente i loro contenuti televisivi. Ma la cosa sorprendente è che la maggior parte delle società di media che gestiscono sia le reti via cavo che i servizi di streaming rilasciano oggi una quantità di contenuti maggiore rispetto a quella che avevano all’epoca del picco televisivo della TV via cavo. 

Paramount è l’unico membro del gruppo che attualmente offre meno contenuti in streaming e via cavo rispetto a quelli offerti esclusivamente via cavo nel 2022. Questo dato evidenzia la drastica riduzione dei contenuti nel tentativo di rimanere competitivi nel settore della televisione via cavo e dello streaming, ma si distingue per essere l’unica società di media tradizionali attiva in entrambi gli spazi a essere in calo rispetto ai dati del 2014. 

Secondo queste analisi, è difficile immaginare un futuro in cui gli originali continuino a crescere in modo così massiccio. Il 2023 potrebbe vedere una produzione totale superiore a quella del 2022, ma è probabile che i modelli di distribuzione cambino, con lo streaming che diventerà più una seconda finestra che una prima finestra per i contenuti distribuiti dai media tradizionali. Per comprendere meglio questo concetto, basti pensare a una serie come Grey’s Anatomy che ha la sua esclusività sulla rete broadcast nazionale ABC (prima finestra), per poi arrivare in un secondo momento su Hulu negli Stati Uniti e su Disney+ nel resto del mondo (seconda finestra). Quest’anno potrebbe non essere l’ultimo picco televisivo per lo streaming, ma secondo molti analisti ci stiamo sicuramente avvicinando a quel momento.

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