In occasione degli upfront, Netflix ha svelato per la prima volta i numeri dietro al neonato abbonamento Base con pubblicità: sei mesi dopo il lancio, sono cinque milioni gli utenti che utilizzano attivamente questa formula in tutto il mondo. Si tratta di una piccolissima percentuale rispetto ai 230 milioni di abbonati in tutto il mondo, ma è un punto di partenza.

L’obiettivo di Netflix nel lanciare questa soluzione è sempre stato quello di trovare un modo per attirare nuovi utenti che non fossero disposti a pagare il prezzo pieno per usare Netflix, e nel contempo generare notevole profitto.

Greg Peters, co-CEO (da pochissimo) di Netflix, ha presentato i numeri attraverso un video pre-registrato in quella che doveva essere una presentazione dal vivo ai potenziali inserzionisti, ma che è diventata una presentazione in streaming a causa dello sciopero degli sceneggiatori. Peters ha evidenziato come il numero di abbonati al piano Base con pubblicità sia raddoppiato dall’inizio del 2023 a oggi, e che più di un quarto dei nuovi abbonati in Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Spagna, Regno Unito e USA sceglie questo piano. Il 70% degli abbonati al piano Base con pubblicità ha tra i 18 e i 49 anni, e l’età media è 34 anni.

Nei prossimi anni, Netflix intende innovare nel campo della pubblicità come ha innovato nel campo dello streaming. Ted Sarandos ha ricordato agli inserzionisti che all’epoca dell’uscita in home video di Top Gun, all’interno della VHS venne integrato uno spot pubblicitario Diet Pepsi: “Non era mai stato fatto prima, e quella pubblicità era fantastica! Era una sorta di estensione del film, e al pubblico piacque moltissimo”. Il co-CEO ha teorizzato quindi che, grazie all’enorme mole di dati a disposizione di Netflix, sarà possibile creare uno spot pubblicitario di 30 minuti a spezzoni che accompagni i contenuti della piattaforma nel corso di più settimane: “Non è possibile farlo nella televisione tradizionale, perché le persone non restano su un solo canale. Comunque, non accadrà nelle prossime settimane e magari neanche l’anno prossimo. Ma abbiamo intenzione di infondere nella pubblicità lo stesso livello di creatività che abbiamo nella creazione di contenuti”.

Gli analisti di Wall Street prevedono che l’introduzione della pubblicità possa portare miliardi di dollari nelle casse di Netflix in un momento storico in cui, almeno negli Stati Uniti e in Europa, è stato raggiunto un plateau di abbonati stabile e la crescita sembra essersi fermata.

Detto questo, inevitabile notare come questa mossa avvicini sempre di più Netflix e gli altri streamer a diventare ciò che eravamo abituati che fosse la TV…

Fonte: Deadline

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