Nei giorni scorsi un’analisi di lungo periodo dei contenuti ospitati, e originali, su Netflix ha rivelato un trend che vede la piattaforma puntare meno sui film e più sulle serie tv. In particolar modo concentrandosi sulla produzione di contenuti originali tramite forti investimenti nel breve periodo che le permettano di puntare sempre più sulle proprie creazioni.

Questo, come affermato in passato dal responsabile dei contenuti Ted Sarandos e come ribadito – lo vedremo tra poco – dal direttore finanziario David Wells, non significa un taglio completo dei film, originali e non, che anzi continueranno ad avere il loro spazio (le recenti esperienze con Bright, The Cloverfield Paradox e il prossimo Annientamento lo testimoniano). “I film autoriali di nicchia e destinati ai festival non potranno mai rappresentare, di per sé, un business sostenibile,” ha dichiarato Sarandos in un’intervista a IndieWire lo scorso agosto.

Sull’argomento è entrato più nello specifico David Wells, direttore finanziario di Netflix, che ha riassunto la politica di investimenti dell’azienda gettando sul tavolo alcune cifre. Nel 2018 Netflix spenderà circa 8 miliardi di dollari nella produzione di contenuti, per un obiettivo finale di circa 700 film originali, serie tv e speciali ospitati sulla piattaforma. All’interno di questo numero rientrano anche le circa 80 produzioni originali provenienti dall’estero tra cui il tedesco Dark o il nostrano Suburra.

Sempre secondo le linee guida strategiche condivise da Wells, non esiste un “traguardo magico” da raggiungere in termini di produzioni. “Continuiamo ad aggiungere contenuti, sta funzionando, sta portando ad una crescita”, ha dichiarato. Anche l’area marketing è destinata ad un potenziamento. Lo scorso mese la compagnia aveva comunicato agli investitori che la spesa per il marketing sarebbe passata dai 1,3 miliardi di dollari del 2017 ai quasi 2 di quest’anno. Argomento ripreso dallo stesso Wells, che ha confermato l’aggiustamento di rotta rispetto ad una politica degli anni precedenti che vedeva concentrare le spese nella produzione dei contenuti.

Spiragli aperti anche sul mantenimento di prodotti non originali sulla piattaforma:

Non esiste una religione circa la fonte di produzione. Alle persone non interessa da dove vengono le storie, e noi vogliamo solo avere i migliori contenuti, non dobbiamo necessariamente produrli noi.

Gli abbonati di Netflix al termine del 2017 erano circa 117 milioni. Un numero destinato a crescere, se rapportato ad una potenziale utenza globale sui 700 milioni (esclusa la Cina):

Ci sono più non abbonati che abbonati a Netflix, è la nostra opportunità.

A proposito di cifre, si è parlato anche del recente accordo con Ryan Murphy, che produrrà in esclusiva prodotti per la piattaforma nei prossimi cinque anni. Wells ha dichiarato che simili accordi sono rari, e che la piattaforma apprezza molto il tipo di contenuti creati da Murphy.

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Fonte: variety

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