Netflix ha da diversi anni descritto la propria cultura aziendale in un lungo documento soprannominato Culture Memo e basato su una serie di principi che nel corso degli anni sono diventati i capisaldi del modo di lavorare nel colosso dello streaming. Tutti gli impiegati, o gli aspiranti tali, sono tenuti a osservare queste linee guida, che il co-fondatore Reed Hastings ha introdotto per la prima volta nel 2009 con una presentazione di 125 magine e trasformato poi in un libro uscito nel 2020 e intitolato “No Rules Rules: Netflix and the Culture of Reinvention”.

I principi base sono basati sull’autonomia nelle decisioni degli impiegati, la richiesta di un feedback onesto e trasparente e licenziare chi non lavora bene in team.

Ora, per la prima volta dal 2017, questo memorandum ha subito degli aggiornamenti piuttosto consistenti, a partire dal titolo, che da Netflix Culture diventa Netflix Culture – Seeking Excellence.

C’è poi una nuova direttiva che richiede agli impiegati di essere responsabili nelle spese (e non è un caso, visto quanto accaduto alla fine del primo trimestre). Nella sezione “Comportamenti di valore” (precedentemente nota come “Valori reali”), c’è un’indicazione nel paragrafo giudizio: “Spendi i soldi dei nostri abbonati con saggezza”.

L’aggiornamento ha tagliato alcune parti legate alla gestione del denaro, come quella in cui si affermava che “non ci sono virtualmente controlli nelle spese e nella firma dei contratti: ci aspettiamo che ogni impiegato chieda consigli quando serve, e usi ‘giudizio'”. Un’altra parte cancellata è quella in cui si spiegava che “se la nostra compagnia dovesse incontrare difficoltà economiche non chiederemo ai nostri impiegati di tagliarsi lo stipendio. Le squadre sportive in perdita pagano molto i propri giocatori sperando che tornino a vincere. D’altro canto, se la nostra compagnia va bene distribuiamo azioni agli impiegati quando disponibile”.

Netflix e la censura

C’è poi una nuova sezione denominata Espressione artistica nella quale Netflix sottolinea che non “censurerà certi artisti o voci”, anche se gli impiegati considerano questi contenuti pericolosi o dannosi. Il Culture memo arriva a dire che “se trovi difficile sostenere la nostra visione sui contenuti, Netflix potrebbe non essere il posto giusto per te”.

Si tratta palesemente di una risposta alle controversie che hanno contraddistinto il lancio dello speciale The Closer di Dave Chappelle, che ha causato malumori generalizzati dentro e fuori il contesto lavorativo di Netflix per via delle battute del comico, giudicate transfobiche. Netflix si è più volte difesa spiegando di non voler censurare i contenuti, cosa che ha causato anche uno sciopero. “Intrattenere il mondo è un’opportunità straordinaria, ma è anche una sfida, perché gli spettatori hanno gusti e punti di vista diversi,” continua il memo. “Quindi offriamo una vasta gamma di serie tv e film, alcuni di questi contenuti possono essere provocatori. Per aiutare il pubblico a scegliere in maniera informata, offriamo rating, avvertenze e parental control. Non tutti apprezzeranno o saranno d’accordo con tutto quello che c’è sul nostro servizio. Sebbene ogni titolo sia diverso, abbiamo lo stesso set di principi per tutti: supportiamo l’espressione artistica dei creatori con cui decidiamo di lavorare, la nostra programmazione è variegata per un pubblico variegato e con vari gusti, e permettiamo al pubblico di decidere cosa vuole vedere. Netflix non intende censuare artisti o voci. Come impiegato, supportiamo il principio che Netflix offra una varietà di storie, anche se alcuni di questi titoli vanno contro i nostri valori personali. A seconda del tuo ruolo, potresti dover lavorare su titoli che percepisci come dannosi o pericolosi. Se trovi difficile sostenere la nostra visione sui contenuti, Netflix potrebbe non essere il posto giusto per te”

Va ricordato che Netflix rispetta le indicazioni dei governi sulla censura: nel 2021 ha censurato titoli nelle versioni locali su richiesta dei governi di Russia, Turchia, Singapore, Vietnam e Filippine.

Secondo quanto dichiara Netflix, gli impiegati hanno avuto voce in capitolo nella stesura del nuovo Culture memo, hanno visto i cambiamenti attraverso un documento condiviso e ne hanno parlato: un processo che è durato sei mesi e ha coinvolto migliaia di persone.

Fonte: TheWrap | NPR

 

 

 

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