Peter Bogdanovich è morto qualche giorno fa a 92 anni: il grande regista, sceneggiatore e divulgatore nella sua lunghissima carriera ha anche recitato in alcune iconiche parti, tra cui quella dello psichiatra Elliot Kupferberg, con il quale si confida Jennifer Melfi rivelando i suoi segreti ne I Soprano. Bogdanovich, oltre a recitare in una quindicina di episodi della serie, ha anche diretto un episodio della quinta stagione, “Rabbia repressa“.

David Chase, creatore de I Soprano, ha parlato del suo rapporto con il regista su Variety, raccontando aneddoti sulla loro amicizia e sul suo coinvolgimento nella serie. Ecco alcuni estratti:

Incontrai Peter dopo che presi le redini di una serie chiamata Un medico tra gli orsi, ero alla guida della serie con Andy Schneider e Diane Frolov dopo che i creatori Joshua Brand e John Falsey lasciarono. Si parlava molto del concetto di genio, e pensai fosse una buona idea fare qualcosa su un vero genio come Orson Welles. Quindi chiamai Peter e comparve nella serie nei panni di se stesso. Interpretava Bogdanovich che doveva fare una presentazione su Orson Welles al Cicely Alaska Film Festival, che non esiste. Fu fantastico. Era così calmo e reale, non esagerò, cosa che invece la gente tende a fare quando interpreta se stessa. Inoltre ci parlò tantissimo di Welles perché erano amici, una per lui fu una specie di mentore per anni. Ricordo che una volta dissi a Peter di aver visto Welles una volta e che mi sembrò dolce, e lui mi guardò incredulo. Quello ci salvò. Avrei proposto di fare un Welles dolce, ma lui ci salvò!

Poi iniziai a lavorare a I Soprano, Melfi aveva bisogno di un terapista e automaticamente pensai a Peter. Portò quella bottiglia d’acqua, che aveva sempre con sé sia sul set che fuori. Diceva qualcosa, svitava il tappo e lentamente faceva un sorso, e poi proseguiva. Ecco Elliot Kupferberg, M.D.

Funzionò anche perché lui e Lorraine Bracco (che interpretava Melfi) erano così diversi. Lui era così astuto e calmo, seduto con le mani in grembo, e lei non era quel tipo di psichiatra. Impersonava un approccio scientifico.

Era spesso sul set e ci divertivamo un sacco. Andavamo spesso a cena fuori, bevevamo un sacco. Raccontava grandissime storie. Potevi sentirle dieci, dodici volte e non era mai abbastanza. Era anche un grande imitatore, quindi quando imitava John Wayne o John Ford o Cary Grant, persone che aveva conosciuto bene, te li restituiva perfettamente. Avresti voluto essere lì con loro.

Un giorno mentre lavorava con noi alla serie mi disse: “Te la senti di farmi dirigere un episodio?” Gli affidammo Rabbia repressa. Ero assolutamente tranquillo, era un regista veramente bravo. Il suo stile era un po’ diverso da quello degli altri registi che lavoravano per noi, non andavamo d’accordo su tutte le sue scelte ma alla fine l’episodio fu fantastico. Fu un episodio importante perché era incentrato su Carmela e il suo tradimento.

[…] Non so cosa pensare quando leggo i memoriali su Peter e si parla del suo lavoro ne I Soprano. Ho sempre parlato della mia scarsa stima nei confronti della televisione o della televisione di una volta, e pensare che questo cineasta venga ricordato perché recitava in una serie tv… Che dire? Sono felice che sia stato ricordato per la sua recitazione, perché voleva essere un attore ed era un bravissimo attore.

Avevamo cenato insieme un paio di mesi fa, e sono felice per questo. Non sembrava in gran forma, era molto emotivo. Non intendo dire che piangeva, ma si capiva che stavamo dando entrambi un grande valore alla compagnia l’uno dell’altro e all’effetto che avevamo avuto sulle nostre carriere.

Mi mancherà davvero molto.

Anche Lorraine Bracco, che interpretava Jennifer Melfi nella serie, ha ricordato il grande regista e attore su GQ:

Sono veramente grata di aver passato del tempo con Peter. Era veramente divertente, ci eravamo incontrati prima che entrasse nel cast de I Soprano, avevamo molti conoscenti in comune. Ed ero anche una fan dei suoi film. Quindi ero felicissima quando venne ingaggiato nei panni del Dr. Elliot. Era divertente lavorare insieme, lui faceva veramente ridere, aveva un umorismo molto asciutto.

Era anche un grande narratore, bravissimo a imitare la gente. Aveva proprio il pallino per questa cosa. Adoravo quando recitava le sue battute come fosse Cary Grant, durante le prove.

Siamo rimasti in contatto negli anni. Peter Bogdanovich è la Vecchia Hollywood. Per persone come Orson Welles e John Houston e John Ford era la Nuova Hollywood, ma per noi era la Vecchia Hollywood.

Non mi intimidiva, ma il suo personaggio era odioso, lo odiavo quando faceva la sigla di Jeopardy! Aveva scoperto la dottoressa Melfi, e lo odiavo per questo. La bottiglia di Elliot era la bottiglia di Peter, se la portava dietro in continuazione. Chiese a David se poteva tenerla, e lui disse: “Ma certo!”

[…] Era una leggenda, sono grata di aver avuto l’opportunità di condividere lo schermo con lui.

Potete leggere tutte le notizie su I Soprano nella nostra scheda.