Billy Porter, attore teatrale e star della serie tv Pose (per la quale ha vinto un Emmy), ha rivelato oggi in un’intervista sull’Hollywood Reporter di essere sieropositivo dal 2007. La notizia assume particolare rilievo viste le tematiche trattate coraggiosamente da Pose, nella quale Porter interpreta Pray Tell, un personaggio che ha visto morire il suo amato di AIDS e che affronta la sieropositività proprio durante l’epidemia di HIV nei primi anni novanta.

Porter ha ricevuto la sua diagnosi nel 2007 quasi per caso:

Appartengo alla generazione che avrebbe dovuto sapere bene di cosa si trattava. Eppure è successo. Era il 2007, l’anno peggiore della mia vita. Sono rimasto sull’orlo del precipizio per un decennio circa, ma il 2007 è stato l’anno peggiore. A febbraio mi hanno diagnosticato il diabete di tipo 2. A marzo, sono andato in bancarotta. E a giugno, mi hanno diagnosticato la positività all’HIV. La vergogna che provai, sommata alla vergogna che provavo da tutta una vita, mi costrinse al silenzio, e ho vissuto con quel silenzio per 14 anni. Essere sieropositivi, da dove vengo io, nella chiesa pentecostale, con una famiglia molto religiosa, significa punizione divina.

Nel 2007 è crollato tutto.

È stato del tutto casuale. Avevo un foruncolo sul mio sedere, è cresciuto sempre di più ed è diventato sempre più duro, poi ha iniziato a farmi male. Un giorno mi sono detto: “Devo andare a farmi vedere”. Sono andato alla clinica Callen-Lorde e la favolosa all’accoglienza mi ha detto: “Vuoi fare un test? Costano solo dieci dollari”. E mi son detto: “Sì, sì, è venuto il momento”. Ne facevo uno ogni sei mesi, come è giusto che sia. Quindi sono andato a farlo, mi sono fatto togliere il foruncolo e a quel punto il dottore è rientrato e mi ha fissato. Ho risposto: “Che c’è?” Si è seduto, e io ho iniziato a dire: “No. Noooo.” E mi ha risposto: “Il tuo test è positivo”.

Porter ha deciso di annunciare ufficialmente la cosa perché lui e suo marito stanno cercando di metter su famiglia: “È venuto il momento di crescere e guardare avanti, perché la vergogna è distruttiva”. Finora, nemmeno i suoi colleghi attori lo sapevano:

Per molto tempo, nessuno che avesse bisogno di saperlo l’ha saputo – tranne mia madre. Stavo cercando di avere una vita e una carriera, e non sapevo cosa sarebbe successo se le persone sbagliate l’avessero saputo. Sarebbe stata un’altra arma a disposizione di certe persone per discriminarmi, in una professione già intrisa di discriminazione.

[…] Ma ora, sto facendo tutto questo per me. Ho troppa roba da fare, e non voglio più avere paura.

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