A ottobre, lo ricordiamo, Jeffrey Katzenberg e Meg Whitman hanno annunciato che la loro impresa era fallita dopo soli sette mesi di vita: la startup aveva aperto il 6 aprile, offrendo ai propri iscritti dosi quotidiane di “quick bite” originali, ovvero brevi episodi da circa 10 minuti realizzati da talent Hollywoodiani di chiara fama. Nonostante l’ingente investimento negli originals (si parla di 6 milioni di dollari per ogni ora di contenuto prodotto), l’app non ha mai attirato l’attenzione degli utenti, che in piena pandemia hanno preferito abbonarsi a servizi come Netflix, Prime Video, Disney Plus, HBO Max, Peacock. Quibi è quindi la prima, grande vittima illustre delle streaming wars.
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Nel terzo trimestre del 2020 Quibi aveva raggiunto circa 710mila iscritti, in calo rispetto agli 1.1 milioni del primo trimestre. L’abbonamento costava 4,99 dollari al mese con le inserzioni e 7,99 dollari senza.
L’azienda restituirà a investitori come Disney, NBCUNiversal, WarnerMedia e ViacomCBS circa 350 milioni di dollari in cash (aveva raccolto 1.75 miliardi). LionTree è stata incaricata di trovare un compratore per i contenuti.
E per quanto riguarda Katzenberg? Secondo fonti citate da Variety, dopo questo flop verosimilmente manterrà un profilo basso per qualche tempo, concentrandosi sugli investimenti con la sua holding WndrCo: “Probabilmente si leccherà le ferite per un po’. Dev’essere un colpo veramente duro per lui, perché si trattava di un’iniziativa di altissimo profilo che è fallita molto velocemente”.
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