Manca ormai poco al debutto sulla ABC di Resurrection, una serie drammatica che racconta il misterioso ritorno in una cittadina del Missouri di persone morte da tempo che si ricongiungono ai loro famigliari.

Michele Fazekas e Tara Butters, showrunner del serial, sono stati intervistati da The Hollywood Reporter e hanno raccontato molti dettagli sul progetto e la sua atmosfera, oltre alle ipotesi legate a una possibile seconda stagione dello show che debutterà stasera negli Stati Uniti.

  • Fazekas ha spiegato che parlare delle persone che ritornano dal mondo dei morti è sempre stato un genere e un tipo di storia che ha affascinato lettori e spettatori, ma in questo caso non si tratta di zombie ma delle stesse persone che erano al momento in cui sono decedute. Un aspetto che rende Resurrection diverso e su cui chiunque abbia perso qualcuno che amava ha sempre fantasticato.
    Butters, su questo argomento, ha aggiunto che non si tratta solo di veder realizzato un proprio desiderio ma ci sono in ballo emozioni, segreti, e sentimenti che si devono affrontare nonostante il tutto faccia ormai parte del passato.
  • I due showrunner non hanno voluto vedere The 4400 e nemmeno The Returned. Sono stati coinvolti dopo il pilot e hanno apprezzato il fatto che le emozioni fossero in primo piano. Il serial, infatti, cerca di esplorare il dolore e le speranze in modi complessi. Il personaggio di Henry, interpretato da Kurtwood Smith, avrà una reazione molto complicata al ritorno del figlio perché penserà: “Se abbraccio questo ragazzo sto tradendo il figlio che ho perso?”. Un aspetto che rende Resurrection diverso da ogni storia legata agli zombie perché è necessario del tempo per affrontare quei sentimenti contrastanti.
  • Aaron Zelman si è occupato della sceneggiatura del pilot tratto dal libro scritto da Jason Mott; negli episodi successivi sono stati mantenuti degli elementi della storia originale e alcuni personaggi sono simili a quelli descritti nelle pagine, ma si è poi deciso di costruire una propria mitologia che fa allontanare lo show dal romanzo.
    Zelman, ha spiegato Butters, ha preso i personaggi del romanzo e li ha inseriti nel suo mondo che si avvicina agli eventi in modo più personale perché approfondisce quello che accade in una piccola città e le conseguenze dei ritorni sulle vite degli abitanti. Lo showrunner ha sottolineato che Resurrection esplorerà come l’apparizione del piccolo Jacob abbia degli effetti enormi sulle persone della città di Arcadia, alcuni positivi e altri negativi. Aver realizzato otto episodi ha permesso agli autori di esplorerà piccole storie ma dal grande impatto.
  • Nelle puntate alle volte ci sarà più di un ritorno e gli episodi mostreranno se c’è qualche tipo di legame tra questi avvenimenti perché alcune delle persone si conoscono, ma non sempre. Ci sarà inoltre, nel corso degli otto episodi, una connessione più profonda che li unisce tutti, ma la verità si scoprirà lentamente e a ogni risposta data nasceranno altre domande.
  • Una delle domande sarà perché questo strano evento si verifichi solo nella città di Arcadia. Nonostante otto puntate siano un periodo molto breve che non permetterà di dare tutte le risposte necessarie, si rivelerà molto, ma forse i ritorni non saranno limitati a questo luogo.
  • Nel romanzo originale il fenomeno avviene a livello globale. Nell’ultimo episodio della prima stagione di Resurrection ci sarà una rivelazione che modificherà radicalmente tutta la storia, nel caso in cui lo show ritornasse con una seconda stagione. Si tratta di una verità che gli autori hanno voluto inserire fin dall’inizio.
  • Se la ABC richiedesse dei nuovi episodi l’ambientazione rimarrebbe la città di Arcadia, senza mostrare quello che accade altrove.
  • Gli elementi sci-fi saranno solo un espediente per raccontare il lato emotivo della storia e l’evoluzione dei personaggi. Tara, su questo argomento, ha voluto ricordare che le migliori storie di fantascienza hanno sempre trattato tematiche sociali importanti. In Resurrection si cercherà di mostrare come la paura nata da questo evento incomprensibile e dal ritorno delle persone sarà un elemento molto importante. I protagonisti saranno individui normali dalle reazioni realistiche. Fin dal pilot si capirà che chi ritorna non è completamente come era al momento della propria morte, ma ci saranno delle differenze. La domanda se si tratta veramente di chi è deceduto non avrà una risposta semplice. Il personaggio interpretato da Frances Fisher mostrerà questo aspetto perché la donna vuole disperatamente credere che suo figlio sia tornato ma, essendo diverso, questo significherebbe che forse non è veramente il suo bambino. Un problema che causa la domanda se le differenze siano veramente importanti e porterà a riflettere sul significato di identità, su cosa ci definisce come individui, e se si possa essere la stessa persona di prima se si ritorna in vita. Una serie di quesiti interessanti che permettono di creare un serial drammatico di qualità e possono suscitare un dibattito stimolante.
  • Una delle teorie possibili riguarderà il periodo di tempo trascorso dalla loro morte al loro ritorno. La città di Arcadia avrà un passato ricco di eventi storici, legati anche ai luoghi, come il fiume dove è annegato il piccolo Jacob. La cittadina, inoltre, permetterà agli spettatori di immedesimarsi con gli eventi e con il semplice stile di vita vissuto dai protagonisti.
  • Martin, il personaggio interpretato da Omar Epps, si troverà ad Arcadia per un motivo preciso e non sarà una coincidenza che si trovi lì a investigare.

Fonte: The Hollywood Reporter